Centenario del primo volo a motore in Europa

Manifestazioni ed eventi

Una delegazione dell’ambasciata del Brasile in visita al Museo Caproni per celebrare il centenario del volo del pioniere brasiliano Alberto Santos Dumont
Sabato 25 agosto 2007 alla presenza di una delegazione dell’Ambasciata del Brasile in Italia, verrà celebrato al Museo G. Caproni il centenario del primo volo a motore in Europa, compiuto nel 1906 a Parigi dal pioniere Alberto Santos Dumont. Un grande modello in scala del 14 bis, velivolo con il quale il pilota brasiliano realizzò l’impresa, sarà donato al Museo dell’aeronautica G. Caproni, arricchendo la collezione permanente.

Alberto Santos Dumont
Nacque a Palmira – oggi ribattezzata Santos Dumont – nello stato di Minas Geiras, Brasile, nel 1873. Fin dall’infanzia e dall’adolescenza interessato all’ingegneria e, in particolare, al funzionamento di macchine a vapore, meccanismi di trasmissione a puleggia e altri apparati meccanici, Alberto fu precocemente attratto anche dalle esperienze aeree compiute in Europa sin dalla fine del Settecento con i palloni aerostatici ad aria calda.
Trasferitosi in Francia nel 1892 per studiare ingegneria, si dedicò da subito ai palloni aerostatici nel tentativo di svilupparne la dirigibilità. Essendo tuttavia i voli ancora troppo costosi, concentrò momentaneamente il proprio interesse sulle auto, partecipando ad alcune gare automobilistiche e costruendo nel 1897 un motore a scoppio a due cilindri.
Dopo avere proseguito gli studi a Parigi e a Bristol, riprese l’attività sui voli aerostatici e, dopo una fase di studio e sperimentazione, fece costruire un pallone dirigendone personalmente le fasi di realizzazione. Nel luglio 1898 effettuò la prima ascensione su Parigi, e nel successivo settembre riuscì a ripetere il volo su un pallone aerostatico fornito di propulsione propria.
Fra il 1899 e il 1901 poté costruire e far volare su Parigi diversi esemplari di dirigibile e, pur fra molteplici peripezie ed incidenti, compiere in meno di mezz’ora il percorso di andata e ritorno Saint Cloud - Torre Eiffel, impresa che gli valse il conferimento del ‘premio Deutsch’ e che gli permise di ottenere molteplici riconoscimenti non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti e nella sua terra natale, il Brasile.
Nel 1906 fu bandita la ‘Coppa Archdeacon’, da assegnare al primo che avesse realizzato un volo di almeno 25 metri con una macchina più pesante dell’aria. Santos Dumont se la aggiudicò il 23 ottobre 1906, volando per circa 60 metri sul suo aeroplano 14bis sul campo di Bagattelle presso Parigi: fu la prima occasione accreditata in cui una macchina più pesante dell’aria decollò dal suolo solamente con i propri mezzi.
L’impresa di Santos Dumont spronò altri ingegneri e inventori al conseguimento di ulteriori traguardi: nel novembre 1907 Voisin superò il record di Santos Dumont volando per 771 metri, mentre nel luglio 1909 Louis Blériot riuscì a compiere la trasvolata della Manica. Al 1909 risale anche l’ultimo volo agonistico di Santos Dumont, prima che la malattia lo allontanasse prematuramente dall’attività, costringendolo l’anno successivo alla chiusura definitiva dell’officina.
Negli anni successivi il pioniere dell’aeronautica cedette il passo al teorico e al pensatore. Nel 1915 partecipò all’11° Congresso scientifico pan-americano, parlando dell’aeroplano quale mezzo atto a semplificare le relazioni fra gli stati americani. Nel gennaio 1926 lanciò un appello alla Lega delle Nazioni affinché l’aereo fosse bandito dai conflitti armati, ed offrì nel contempo un premio di diecimila franchi a chi avesse presentato la migliore relazione sull’argomento. Gli ultimi anni di Santos Dumont, segnati dagli onori ripetutamente tributatigli in tutto il mondo, videro l’alternarsi di soggiorni fra Parigi ed il Brasile fino al drammatico epilogo del suicidio, avvenuto nel luglio 1932 all’indomani dello scoppio della guerra civile in Brasile, per evitare la quale il pioniere aveva speso il suo ultimo accorato appello.

L’aereo 14 bis
La costruzione del 14 bis avvenne nella prima metà del 1906, in parte nel laboratorio dei fratelli Voisin a Billancourt, in parte presso l’aerodromo di Neuilly.
L’apparecchio misurava 10 metri di lunghezza ed 11,20 metri di apertura alare. La fusoliera era costituita da una trave armata quadrangolare che aveva sul davanti una scatola cubica Hargrave, su snodo universale, articolata per funzionare da timone di direzione e di profondità, e da una serie di cassoni, a centine quadrate, rinforzati con fili d’acciaio e rivestiti di tela. Terminava incastrandosi in un unico blocco che fungeva da posto guida, motore e carrello. Su questo blocco si innestavano anche le ali costituite da sei cellule Hargrave, tre più tre, che formavano una “V” aperta in alto. Il motore era un Antoinette da 24 CV che azionava un’elica metallica propulsiva. Il carrello era costituito da due ruote pneumatiche, mentre tre aste ricurve in basso per lo scorrimento sostenevano l’una la fusoliera e le altre due le semiali.

L’attività di Alberto Santos Dumont rappresenta solo il primo esempio dei molteplici legami esistenti fra l’aviazione italiana e il Brasile. Nella prima metà del Novecento, altre imprese dell’ala italiana hanno infatti come punto d’approdo questo paese e, più in generale, l’America Latina.
Nel 1919 Antonio Locatelli compie la prima trasvolata del continente sudamericano dal Pacifico all’Atlantico sorvolando le Ande; l’impresa fu realizzata su un biplano S.V.A., di cui il Museo Caproni custodisce un esemplare, l’Ansaldo S.V.A. 5 utilizzato da Gino Allegri nel 1918 per il celebre ‘volo su Vienna’.
Nel 1927 Francesco De Pinedo e Carlo Del Prete, su idrovolante S. 55 “Santa Maria”, compiono la trasvolata dell’Atlantico meridionale e, di seguito, quella dell’Atlantico settentrionale.
Nel 1928 Arturo Ferrarin fissa il nuovo primato mondiale di distanza a 7188 chilometri volando senza scalo dall’Italia al Brasile.
Fra il 1930 e il 1931 ha luogo la prima Crociera Atlantica da Orbetello a Rio de Janeiro, al comando di Italo Balbo.
Altre trasvolate dall’Italia al Brasile saranno compiute nel 1934 da Francis Lombardi e Franco Mazzotti, e nel 1938 da tre velivoli Savoia Marchetti 79 al comando di Attilio Biseo (un esemplare di S.79, uno dei due soli conservati al mondo, è esposto presso il Museo Caproni).

Queste ed altre imprese legate alla storia dell’aviazione fra Italia e Brasile saranno al centro della rievocazione e degli interventi previsti per sabato 25 agosto 2007.

In concomitanza con la rievocazione storica, verrà presentata al pubblico una selezione di opere tratta dalla collezione privata di Maria Fede Caproni e dedicata in particolare a cinque artisti contemporanei: Remo Wolf, Ettore Sobrero, Piera Graffer, Edgar Allan O’Mill e Jorge Sicre.
Tratto unificante della selezione proposta è il tema del volo, declinato secondo le diverse sensibilità degli artisti: il volo degli esseri viventi e dei personaggi sacri (Wolf), il volo d’esplorazione degli spazi cosmici (Sobrero), il volo interpretato in chiave allegorica e simbolista (Graffer, Sicre), il volo quale conquista storica dell’uomo (O’Mill).
Le opere rimarranno in esposizione dal 25 agosto al 7 ottobre 2007

Programma della giornata
ore 15.00
Interventi in programma:
- saluto di Anna Macchiagodena, Console onorario del Brasile a Bologna
- consegna della targa commemorativa al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni da parte del Col. Stock Verner, Addetto aeronautico e per la difesa presso l’Ambasciata del Brasile a Roma
- cenni alla storia dei rapporti aeronautici italo-brasiliani a cura della Contessa Maria Fede Caproni e del Prof. Ferruccio Bolognani
- donazione al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni del modello dell’aeroplano 14bis di Alberto Santos Dumont da parte di Giovanni Panei, Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica di Mentana


organizzazione: Museo Gianni Caproni Aeronautica, Scienza e Innovazione