Che pasticcio, Bridget Jones!

Cinema

UK, 2004
Titolo originale: Bridget Jones: the edge of reason
Genere: Commedia
Durata: 108'
Regia: Kidrom Beeban
Cast: Renee Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Jim Broadbent, Jacinda Barrett
Sito ufficiale: www.bridgetjonesthemovie.com
Sito italiano: www.chepasticciobridgetjones.it

Sono solo passate quattro settimane da quando Bridget Jones si è fidanzata con Mark Darcy, ma le cose cominciano già ad andare per il verso sbagliato. Gelosie, la scoperta che Mark vota conservatore, un nuovo capo e soprattutto Daniel Cleaver che ricompare in scena.

Un nuovo anno sta per iniziare, per la nostra Bridget, e con esso un diario nuovo di zecca. Ma c'è una cosa davvero nuova, nella sua vita: un fidanzato. Lei e Mark Darcy fanno coppia ormai da sei settimane e rotti. Bridget è completamente partita, ma essendo un'insicura cronica teme che lui non sia davvero innamorato di lei. Anche per via di quella assistente bruna con le gambe lunghissime che gli ronza sempre intorno... E quando la stazione televisiva per la quale Bridget lavora assume la sua vecchia conoscenza Daniel Cleaver per condurre un programma di cultura, per poi mandarli in Thailandia insieme, le cose nella sua testa si complicano ancora di più...
Rimanendo per quanto possibile fedele al romanzo di Helen Fielding, la Working Title ci propone questa seconda avventura cinematografica della giornalista più imbranata d'Inghilterra. Affidarsi però ad una regista anonima come la Kidron ("A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar") si rivela un grosso errore. Lo stile piatto con cui la pellicola è girata non aiuta, infatti, a nascondere le pecche di una sceneggiatura monotona e prevedibile, capace realmente di far ridere solo di rado. Il risultato generale è anzi a tratti stucchevole e noioso. Niente che possa tener lontano il pubblico, comunque, che probabilmente finirà per trovare godibile persino l'agghiacciante scena della prigione thailandese.
Basterebbe dare una scorsa ai brani che compongono la colonna sonora per rendersi conto di come questo sia tutto fuorché un'operazione artistica, ma se il risultato fosse ben riuscito (come nel caso del primo episodio) non ci sarebbe niente di male. Invece, nonostante alcuni degli attori ci si mettano d'impegno, l'ora e tre quarti di proiezione scorre lenta e il fatto che la battuta migliore del film ce l'abbia un personaggio molto secondario (il padre di Bridget, sulle sigarette) dovrebbe far suonare un campanello d'allarme nella testa dei produttori. Perché stavolta il 'limite della ragione' (cinematografica) s'è passato da un pezzo.
Beeban Kidron da www.cinefile.biz