Diss(è)nten

A "La Bella Stagione" Diss(è)nten, una satira sulla politica, il cesso del potere per VicoQuartoMazzini

Teatro
[ Portland nuovi orizzonti teatrali]

La Bella Stagione al Portland

VicoQuartoMazzini
Diss(è)nten
scritto da Gabriele Paolocà
diretto e interpretato da Michele Altamura, Riccardo Lanzarone, Gabriele Paolocà
Suoni Dario Tatoli
Luci Valentino Ligorio

Premio Next Generation Festival 2013
Premio della critica “Play Festival 2013” - Teatro Atir Ringhiera Milano
Spettacolo finalista “Premio Kantor 2010” - CRT Milano
Spettacolo selezionato “ARGOToff 2011” - Rassegna di drammaturgia contemporanea – Teatro Argot Roma

Tre Cessi. Tre loculi accessoriati. Un luogo oscuro, un “non luogo” che potrebbe essere ovunque: da un autogrill ai sotterranei di Montecitorio. Un luogo ideale per parole che non possono avere spazio altrove, perché troppo esplicite, fatalmente vere. Due Uomini (o quel che ne resta) fuoriescono dal buio e, ciascuno nella sua cella, cominciano le regolari procedure: guanti di lattice e perlustrazione del cesso. Rumore di passi che si avvicinano. Una terza deformità si appresta ad occupare il cesso rimasto vuoto: il cesso centrale, il cesso del Comando.

Una riunione ai massimi Vertici, una riunione tra tre emeriti pagliacci, degni rappresentanti di chi il potere l’'inventa, lo promuove e lo detiene. L'’oggetto della riunione è nero come lo spazio che avvolge i suoi partecipanti, gli intenti sono esageratamente inverosimili e il male che ne scaturirebbe sarebbe il parossismo del declino politico, civile e sociale.
Una favola acerba, da raccontare quando si vuole impartire una lezione, quando si vuole che un errore non venga più commesso. Una favola che si dovrebbe raccontare più spesso.

Diss(é)nten è agito in una situazione estrema che contrasta completamente con le immagini blasonate e pompose con cui di solito identifichiamo i luoghi del potere. Abbiamo assunto “il sanitario” come totem di una generazione, simbolo di uno spudorato, imparziale e soprattutto liberatorio giudizio su una classe politica che ormai da troppo tempo infesta i nostri “bisogni”. La scena è volutamente scarna, abitata solo dagli attori e dai tre cessi che, attraverso l’'utilizzo di luci che tagliano e conformano lo spazio, è ambientato in un mondo in cui le parole vengono fraintese e assumono significati diversi. Solo il cesso a dialogare con gli attori, un cesso che non riceve luce ma che illumina, che non subisce il dramma ma contribuisce a diffonderlo.

Dissénten è un mondo in cui la libertà e l'uguaglianza vengono volutamente fraintese con l'asservimento e l'omologazione. Un mondo in cui anche la parola dissenso è caduta in disuso, e se la si pronuncia dentro a un cesso quasi sicuramente verrà scambiata per qualcos'altro. Da diverso tempo ci interroghiamo su quanto sia difficile arrivare a rappresentare una realtà capace di spingersi sempre di più verso la teatralità, arrivare a raccontare uno scenario politico e sociale invaso da istrioni molto più divertenti e interessanti di noi poveracci che cerchiamo di far loro il verso in teatro. Allora abbiamo deciso di calcare la mano, di aumentare il fondotinta, di stilizzare i nostri movimenti, arrivando a costruire degli uomini marionetta, dalle estreme caratterizzazioni quasi fumettistiche. Figure extra-ordinarie, figure esageratamente ed esclusivamente teatrali che potessero farci sentire di nuovo padroni dell’'arte dell’'attore e confermare che i veri ”buffoni” siamo e saremo sempre noi attori.

Costi

Intero € 12 €- Ridotto Newsletter e Carta in Cooperazione € 10 - €Ridotto Studenti € 8€ - Ridotto soci Portland € 6€


organizzazione: Portland nuovi orizzonti teatrali