Guerra e pane

Teatro

di e con Massimo Lazzeri

scene Andrea Coppi

luci Stefano Mazzanti

video Diego Monfredini, Lucia Scipioni, Antonio De Cia

arrangiamenti Chiarastella Calconi, Diego Moser, Massimo Lazzeri e Adele Pardi

Età consigliata: dai 12 anni

Luigino, detto Gino, fa parte di una famiglia qualunque di un paese poco importante.

Ha combattuto nella Grande Guerra e, quando ritorna a casa, riesce a realizzare il suo sogno: diventare un panettiere.

I fascisti vanno al potere, ma Gino ritiene di essersi già speso abbastanza per la Patria e non ha nessuna intenzione di combattere di nuovo; si rifiuta di far parte del partito fascista e di iscrivere i suoi figli all’Opera Nazionale Balilla. Viene minacciato e picchiato, ma non cede. Preferisce opporsi e per questo viene trasportato in un campo di concentramento, poi trasferito in un altro: Sobibor. Viene risparmiato dai nazisti perché è panettiere e quindi utile.

Gino vede arrivare e morire ogni giorno centinaia di persone, ma decide che non farà la stessa fine. Assieme ad altri prigionieri inizia a sottrarre armi, benzina, soldi, e a tramare per radere al suolo Sobibor. Il 14 ottobre 1943, anche grazie a lui, questo campo smette di esistere.

Lo spettacolo alterna recitazione, canzoni e video. Il ritmo è incalzante, la narrazione è lineare e schietta e -a tratti, malgrado i temi trattati- anche leggera e ironica, la storia del protagonista corre insieme alle vicende storiche dei primi decenni del secolo scorso. Uno spettacolo per ricordare, per imparare, nella speranza che -davvero- conoscere la Storia che ci siamo lasciati alle spalle ci aiuti a essere migliori nel futuro.

Il testo, le canzoni e i video sono originali, ma ispirati agli scritti di Primo Levi, Vasilij Grossman ed Elisa Springer, oltre che a storie di persone non note sopravvissute ai campi di concentramento.

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sulla piattaforma retroscena.live

lo spettacolo sarà disponibile, in visione,  per 24 ore