Heimat 3
Cronaca di una svolta epocale

Edgard Reitz è uno straordinario sceneggiatore e regista, oggi novantenne, che per decenni ha occupato un posto di rilievo nella scena culturale tedesca. Con il collega Alexander Kluge e il sostegno di Fritz Lang, nel 1963 fonda a Ulm l’Institut für Filmgestaltung: l’obiettivo è offrire un luogo di formazione e un centro teorico al movimento del Nuovo cinema tEdesco, di cui Reitz fa parte, assieme a registi quali Wim Wenders, Rainer Werner Fassbinder e Wener Herzog.
Quindici anni dopo, l’insuccesso del “Il sarto di Ulm” getta il regista in una profonda crisi esistenziale. Nel 1978 lascia Monaco con la sensazione di aver fallito come artista, di avere perso l’identità e la coscienza di se stesso. Da qui una ricerca delle proprie radici, il ritorno alle proprie origini, al luogo della propria infanzia. Qui nascerà “Heimat. Una cronaca tedesca”, a cui inizia a lavorare nel gennaio 1979 e il cui primo ciclo viene presentato alla mostra del cinema di Venezia nel 1984, ottenendo un enorme successo di critica che lo consacra tra i più autorevoli registi europei.
Negli anni successivi seguiranno “Heimat 2. Cronaca di una giovinezza”, presentato alla mostra del cinema di Venezia nel settembre 1992, cui nel 2004 fa seguito “Heimat 3- Cronaca di una svolta epocale”.
“Heimat” è un progetto ambizioso: il regista ricostruisce la storia del Novecento tedesco attraverso la storia dei componenti della famiglia: “Heimat”, la patria perduta, ricercata, ritrovata – forse – lungo i tormenti di un secolo e più. Infine, nel 2013 , si aggiunge il prequel “Die Andere Heimat. Chronik einer Sehnsucht ”, raggiungendo così la durata complessiva di circa 59 ore.
“Heimat” è un lavoro imponente, unico finora nella storia del cinema che si è intrecciato con i mutamenti imposti dalla rivoluzione del cinema stesso, costretto a intrecciarsi con la televisione e con l’imporsi dei nuovi media (e di diversi pubblici) nella definizione di un nuovo sistema di fruizione (dal grande schermo a quello televisivo fino a quello del computer e dei “telefonini”) di quanto veniva un tempo “semplicemente” definito “cinema”.
La narrazione di “Heimat” si sviluppa in un lunghissimo lasso di tempo e si svolge nell’Hunsruck, una regione rurale di media montagna tra il Reno e la Mosella, terra natale del regista, dove è situato l’immaginario paese di Schabbach. È una storia di destini personali e di piccole vicende locali, che trova il suo perno nella famiglia Simon.
Dalla saga di “Heimat” abbiamo deciso di proporre il primo episodio di “Heimat 3- Cronaca di una svolta epocale”, che inizia il 9 novembre 1989, la notte in cui il Muro di Berlino cadde. Due musicisti, il direttore Hermann Simon e la cantante Clarissa Lichtblau, ex amanti, protagonisti di “Heimat 2. Cronaca di una giovinezza”, si incontrano accidentalmente in un albergo di Berlino Ovest. Contagiati dall’euforia del momento che sconvolge tutto il popolo tedesco partono per l’Hunsrück, dove Simon ha le sue radici. Attratti da una romantica casa in legno che dà sulla valle del Reno, decidono che d’ora in poi sarà il centro delle loro inquiete vite.
La famiglia di Hermann nei mesi successivi alla caduta del comunismo scopre un mondo di nuove opportunità e cercano di realizzare il loro sogno di ricomposizione storica e culturale dell’essere tedeschi. Ci sono anche dei tedeschi russi appena arrivati in cerca di una vita migliore in occidente. La casa diventa il crocevia delle storie. Da qui i giovani iniziano la loro vita e qui tutti ritornano per salutare il nuovo millennio.
Reitz ha lavorato quasi dieci anni, superando numerosi ostacoli, per realizzare la terza parte di “Heimat”, forse la più “difficile”, perché questi nostri tempi non sono facili da raccontare se si vuole evitare la facile retorica. Il regista, alla fine compie un’opera magistrale, che si espande, di episodio in episodio, come un pallone aerostatico che ci porta in volo su quel luogo geografico che grazie a Reitz è divenuto un luogo dell’anima europea e che risponde al villaggio di Schabbach. È lì che torna Hermann portando con sé Clarissa. È da lì che si dipartono storie mai pretestuose e personaggi sempre seguiti dall’occhio amorevole del regista-sceneggiatore.
organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO