Himalaya, le mie salite in invernale

Convegno

Mese Montagna

Krzysztof Wielicki
Himalaya, le mie salite in invernale
Conduce: Paolo Malfer

È il quinto uomo ad aver scalato tutti i 14 ottomila. Ma queste salite lui le ha fatte in modo molto particolare: in invernale o in solitaria oppure lungo nuovi itinerari, realizzando spesso record di velocità.

Montagna&solidarietà
L’Associazione CIAO – NAMASTÈ costituitadall’alpinista Mario Corradini sarà presente per presentare i propri progetti in Nepal o in altre parti del mondo.

Krzysztof Wielicki Alpinista polacco, nato nel 1950, si è avvicinato all’alpinismo nel 1972 arrampicando sulle Alpi occidentali. Nel 1977 compie la prima salita del pilastro nord-est del Kohe Skhawr (7116m); nel 1978 sale il Picco Ismail Samani (7495m) e nel 1979 compie la prima salita della parete ovest dell’Annapurna Sud (7219m). Nel 1980 conquista l’Everest, non è stata solo la sua prima in Himalaya, ma vi è giunto in vetta compiendo la prima invernale. Nel 1984 sale il Broad Peak, da solo, salendo in vetta e ritornando al campo base in meno di 22 ore e apre una nuova via sul Manaslu. Ancora una prima invernale nel 1986 sul Kangchenjunga e lo stesso anno il Makalu in stile alpino. Da solo, e sempre in inverno, nel 1988 sale il Lhotse. Poi è la volta del Dhaulagiri nel 1990 con una nuova via, da solo, in 17 ore. Ripete nel 1991 la via degli inglesi sul versante sud dell’Annapurna e nel 1993 la via dei polacchi al Cho Oyo. Sul Shisa Pangma apre da solo nel 1993 una nuova via in 20 ore, mentre i due Gasherbrum li conquista nel 1995 in stile alpino. Nel 1996 raggiunge il vertice del K2 attraverso lo sperone nord, lo stesso anno, dopo tre mesi di dura lotta contro il tempo e le difficoltà, da solo, tocca la vetta del Nanga Parbat completando l’ascensione di tutti i 14 ottomila.

parte di: Mese Montagna