Il cartaio
Usa, 2003
Titolo originale: Il cartaio
Genere: Horror
Durata: 106'
Regia: Dario Argento
Cast: Liam Cunningham, Stefania Rocca, Silvio Muccino, Vera Gemma, Claudio Santamaria, Fiore Argento
Una turista americana viene rapita da un pazzo criminale che si fa chiamare "Il Cartaio". Manda una mail alla polizia dove li sfida ad un incontro di poker. Il commissario di polizia è molto scettico, finché collegandosi su Internet non vede l'omicidio della ragazza...
Esce nella sale venerdì 2 gennaio con oltre duecento copie il nuovo thriller di Dario Argento dall'enigmatico titolo "Il cartaio".
DARIO, L'ABITUDINARIO
"Mi piace l'idea di aprire l'anno in sala e di fare a mio modo gli auguri agli spettatori - dice il maestro italiano del brivido nella consueta e benaugurante conferenza stampa di fine anno - anche perché è proprio con il pubblico che da sempre ho il maggiore feeling, almeno nel mio paese. Posso dire senza paura che quello che mi terrorizza sono i critici italiani perché anch'io da giovane ho fatto questo mestiere e so bene che fin dagli anni '40 vige un pregiudizio negativo sul cinema di genere, sul cinema che non ha per obiettivo dichiarato grandi temi o argomenti di tipo sociale. Con gli anni sono purtroppo diventato un po' 'un classico' anch'io e ho quindi fatto la pace con una fetta della critica, ma è certo che le maggiori soddisfazioni in questo campo le ho avute all'estero".
CRITICI, CHE ORRORE!
Sui critici Argento è prodigo di aneddoti, chiama in causa le battute del suo vecchio maestro Sergio Leone ("Conoscevo un ragazzo che si vergognava a dire che suo padre faceva il critico e preferiva presentarlo come becchino") o Fellini che si diceva ossessionato da un noto recensore sempre impegnato a chiedergli un maggiore sforzo di profondità e coraggio come se ogni film fosse un difficile esame da superare.
LA CIURMA
"Sono stato molto bene con i miei attori, questa volta - continua Argento - e devo dire grazie a tutti, da Claudio Santamaria a Silvio Muccino a Adalberto Maria Merli a mia figlia Fiore che torna a lavorare con me, ma una volta di più va incontro a una morte cruenta. E soprattutto ho amato lavorare con Stefania Rocca e Liam Cunningham, che molto hanno dato di sè ai personaggi e alla scrittura, specie nella versione inglese che è quella con cui abbiamo girato in presa diretta".
LA STORIA
"Il cartaio" riporta in scena un serial killer dei nostri tempi che agisce a Roma e usa il videopoker clandestino su Internet per lanciare una mortale sfida alla polizia. Per ogni mano di poker vinta, il misterioso assassino ucciderà una donna. A sfidarlo sul computer della Legge si cimenta l'ispettrice Anna (Stefania Rocca) in coppia con un poliziotto anglosassone (Liam Cunningham) e un giovane mirabolante hacker con il sorriso di Silvio Muccino.
THRILLING DARIO
"Torno a raccontare storie di poliziotti e a usare la mia città, Roma, come sfondo - dice l'autore - ma certo questo lavoro è il più visivo e fantastico tra quelli firmati negli ultimi anni. Mi è soprattutto piaciuto rintracciare le trasformazioni della città, con le sue periferie inedite e multiculturali perchè anch'io, pur dedicandomi al puro genere registro nei miei film le trasformazioni dei tempi. Mi piacciono i thriller perchè si svolgono in un mondo che ha le sue regole, che segue una logica per quanto paradossale il vero incubo è quello che sogniamo tutti i giorni ad occhi aperti".
STEFANIA ROCCA: "LA PIU' GRANDE PAURA? AVERE PAURA"
Gli fa eco Stefania Rocca quando sottolinea che "oggi tutta l'informazione ha un carattere ansiogeno e preoccupato sicchè alla fine la paura più grande diventa proprio quella di avere paura".
DIETRO LE QUINTE
"Il cartaio" si avvale degli straordinari effetti visivi e plastici di Sergio Stivaletti e riunisce intorno a Dario Argento vecchi compagni di strada come lo scenografo Antonello Geleng e il musicista elettronico Claudio Simonetti, lo sceneggiatore Franco Ferrini e il produttore Claudio Argento.
DARIO ARGENTO: 'MI HA COLPITO LA LEZIONE DI DOGMA'
Nuovo è invece il direttore della fotografia, Debie Benoit che ha girato interamente a luci naturali perché "sono molto rimasto colpito - confessa Dario Argento - dalla lezione del 'Dogma' di Lars von Trier e dalla realtà naturale che riesce a captare con surreale naturalezza".
da www.kataweb.it/cinema