Il terribile patto segreto Molotov-Ribbentrop

La Biblioteca Archivio del CSSEO organizza a Trento, nella Sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina 1), mercoledì 15 marzo 2023, alle ore 17,30, l’incontro-dibattito “Il terribile patto segreto Molotov-Ribbentrop”. Gustavo Corni e Fernando Orlandi discutono con Antonella Salomoni, autrice de “Il protocollo segreto. Il patto Molotov-Ribbentrop e la falsificazione della storia” (Il Mulino).
Il Patto Molotov-Ribbentrop è uno degli eventi che più di altri ha segnato la storia europea del ventesimo secolo. L’accordo che il 23 agosto 1939 venne concluso fra l’Unione Sovietica comunista e la Germania nazista aprì le porte alla Seconda guerra mondiale e portò a una spartizione dell’Europa centro-orientale, alterando radicalmente il destino dei popoli e degli stati dell’intera Europa.
Le ripercussioni furono immediate e coinvolsero tutti: il movimento comunista internazionale fu attraversato da lacerazioni (spesso coperte dall’obbedienza a Mosca), ma le ripercussioni si ebbero anche all’interno dell’Asse (si pensi alla posizione dell’Italia).
Ha osservato Luigi Vittorio Ferraris che l’obbedienza manifestata dal movimento comunista internazionale, “quell’adesione obbligatoria doveva rafforzare la sottomissione dei partiti comunisti europei, che pure avevano coraggiosamente lottato contro il fascismo nelle sue varie incarnazioni. Una lezione di soggezione ben assimilata sino ad essere ripetuta da quegli stessi movimenti durante la guerra fredda quando nel negare la visione democratica dell’unità europea o le alleanze con gli Stati Uniti altro non facevano se non seguire le direttive sovietiche; questo sino alla vigilia della Primavera di Praga e in realtà anche dopo, persino in Italia”.
Nel 1939 il più grande partito comunista europeo era quello francese. Il Patto deflagrò all’interno del PCF: i militanti non riuscivano a concepire l’accoglienza calorosa riservata a Ribbentrop a Mosca e la veloce conclusione dell’alleanza con il nemico nazista. Passarono dallo stupore all’incomprensione e poi al panico, mentre un comunicato del gruppo parlamentare del partito affermava che il Patto serviva agli interessi della pace.
Quando l’1 settembre la Germania attaccò la Polonia, la Francia dichiarò guerra all’aggressore tedesco e anche i comunisti votarono i crediti di guerra. Ma nel giro di qualche giorno da Mosca venne imposta una nuova linea politica, perché l’8 settembre la Terza internazionale abbandonò la scelta antifascista. Da Georgi Dimitrov venne l’ordine di correggere le scelte fatte: contro la linea del fronte popolare, contro la distinzione fra stati fascisti e democratici, contro la difesa della Polonia “fascista”, contro il voto dei crediti di guerra e via di seguito. Le reazione della società francese furono dure, mentre il governo decise lo scioglimento del PCF e di tutte organizzazioni affiliate alla Terza internazionale. Seguiranno pagine cupe e vergognose di storia.
Quando nel dopoguerra negli archivi tedeschi gli Alleati trovano e poi pubblicano gli allegati segreti del Patto, da Mosca viene lanciata una delle più ampie campagne di mobilitazione politica del Novecento, mirante a manipolare la realtà recente con la denuncia dei cosiddetti “falsificatori della storia”.
A Mosca la verità storica verrà ristabilita solo quando l’Unione Sovietica si avvicina a concludere la sua esistenza: nel 1989 il Congresso pansovietico dei deputati del popolo riconoscerà che l’allora ministro degli esteri Vyacheslav Molotov aveva effettivamente firmato i protocolli segreti del Patto e che Mosca si era spartita con Berlino la Polonia, gli stati del Baltico e altri territori.
Ma il Patto continua a segnare la storia del nostro continente. La Russia di Vladimir Putin ha fatto marcia indietro nel riconoscimento della verità storica. La controversia era esplosa in occasione del settantesimo anniversario del Patto, nel 2009, quando la stampa e la televisione russa si impegnarono attivamente in una nuova manipolazione della vicenda storica, presentando quello scellerato accordo fra i due totalitarismi come fosse il logico proseguimento dei negoziati paneuropei del 1939. Una scelta naturale, mirante a rinviare la guerra con la Germania. Una manipolazione inaccettabile, soprattutto per quei paesi in cui il Patto segnò l’inizio di un cinquantennio di dominio sovietico.
La situazione si è aggravata nel periodo a noi più vicino, con la criminalizzazione del lavoro degli storici attuata dal regime di Vladimir Putin.
Cosa è stato il Patto Molotov-Ribbentrop e quali sono state le ripercussioni in Europa, dal momento della sua conclusione ad oggi, è il tema dell’incontro-dibattito che si terrà a Trento mercoledì 15 marzo, alle ore 17,30, nella Sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina 1).
Gustavo Corni e Fernando Orlandi discutono con Antonella Salomoni, autrice de “Il protocollo segreto. Il patto Molotov-Ribbentrop e la falsificazione della storia” (Il Mulino).
Antonella Salomoni insegna Storia contemporanea nell’Università della Calabria e Storia della shoah e dei genocidi nell’Università di Bologna.
Con Il Mulino ha pubblicato “Il pane quotidiano. Ideologia e congiuntura nella Russia sovietica” (2001); “L’Unione Sovietica e la shoah” (2007); e “Le ceneri di Babij Jar. L’eccidio degli ebrei di Kiev” (2019).
L’evento è riconosciuto come attività di aggiornamento per il personale docente della scuola trentina.
L’incontro-dibattito può anche essere seguito on-line sulla piattaforma Zoom al seguente link: