Il volpone, ovvero l'Avaro

Teatro

XIV Settimana della Cultura

Spettacolo teatrale che sviluppa il tema dell’avarizia in chiave della Commedia dell’Arte, liberamente tratto da L’Avaro di Carlo Goldoni e opere varie, portato in scena dalla Compagnia “Kalambur Teatro” di Venezia

Compagnia “Kalambur Teatro” di Venezia
Il volpone, ovvero l'Avaro
liberamente tratto da "L'avaro" di Carlo Goldoni e opere varie
con Silvia Benedini, Alessandro Bianchi, Emanuele Cerra, Gabriella Italiano, Giovanni Longhin
Maschere Gianfranco Gallo, Alberto Dall’Abaco
Costumi Bacci Atelier
Danze e Coreografie Grazia La Naia
Drammaturgia Alessio Nardin (con il contributo degli attori)
Regia Alessio Nardin

Lo spettacolo
L’intreccio della trama si dipana con leggerezza, ironia e momenti di intensa umanità, attraverso scene che si ispirano all’opera di Carlo Goldoni, Moliere e Ben Jonson. Ciò che ne emerge è una drammaturgia in cui il tema principale è quello della miseria umana, nelle sue forme più meschine e ridicole e attraverso i meccanismi più elementari e contemporanei: danaro, potere, sesso, ambizine. Lo sviluppo della trama è impreziosito da musiche dal vivo, danze, combattimenti, pantomime, momenti di poesia e satira sociale, personaggi inattesi...
Lo spettacolo, particolarmente adatto a famiglie e bambini, si inserisce in una cornice stilistica tipica della maschera e di Commedia dell’Arte, con amori, intrighi, travestimenti, trasformazioni, colpi di scena, agnizioni. In azione le maschere classiche di Commedia: Zanni, Arlecchino, Pantalone, Dottore, Capitano, Innamorati, ...inserite in un contesto moderno e con un contenuto drammaturgico attuale ed originale.

La trama
Il protagonista è Volpone, un ricco veneziano rimasto senza figli, che si finge moribondo per farsi beffe di chi, fingendosi amico, mira a ereditare il suo patrimonio. Questi amici Voltore, Corbaccio e Corvino (ricchi e potenti uomini della città lagunare) fanno a gara a coprirlo di doni, ognuno nella speranza di essere nominato suo unico erede. Facendo leva su ciò e sul fido aiuto del suo servo Mosca, Volpone, si fa ricoprire di doni e li umilia continuamente (di nascosto e con l’inganno) coprendoli di ridicolo e facendo uscire la loro vera natura. Il tutto fino a che Volpone, come estremo tentativo di inganno arriva a desiderare la bellissima e segregatissima moglie di Corvino, Clelia. Crovino, persuaso dal servo di Volpone, Mosca, che congiungendosi con la donna il vecchio tirerebbe le cuoia, si precipita a portargli la moglie a casa. L’inganno però viene scoperto dalla contemporanea presenza di Bonario (figlio di Corbaccio) che con l’inganno viene convinto da Mosca di essere stato diseredato dal padre. Lo scandalo arriva fino al tribunale, dove però l’arte oratoria di Voltore (avvocato di grande fama) salva in extremis Volpone e i suoi amici. Tornato alla “normale” vita Volpone vuole fare l’ultimo e più sublime inganno: nomina suo erede Mosca e fa spargere la notizia della propria morte. Mosca, astuto conoscitore dell’arte del padrone e bramoso anche lui dell'eredità, finirà per superare l’arte del suo maestro, scrivendo così un finale inatteso e ricco di sorprese…


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