In fondo al bosco

Proiezione del film di Stefano Lodovichi

Cinema
Scena del film In fondo al bosco

Italia, 2015
Regia: Stefano Lodovichi
Durata: 90' 
Genere: Thriller

  

  

Linda e Manuel hanno perso il figlio Tommi durante la festa dei Krampus, una celebrazione che si tiene ogni anno nella Val di Fassa: gli abitanti di Croce di Fassa sfilano travestiti da diavoli, quei diavoli che, leggenda vuole, vengono a rapire i bambini cattivi. Cinque anni più tardi la polizia trova un bambino che corrisponde alla descrizione di Tommi e che all'esame del Dna risulta corrispondere perfettamente al makeup genetico del figlio di Linda e Manuel. Ma Linda stenta a riconoscere in quel bambino taciturno e scostante il proprio bambino perduto, e anche il nonno di Tommi coltiva dubbi sull'identità di chi in paese è già stato bollato come un piccolo demonio.
In fondo al bosco, secondo lungometraggio di Stefano Lodovichi e "sfida produttiva" di Sky Italia, è un thriller che raccoglie il precipitato di molta cronaca nera italiana recente, dal delitto di Cogne a quello di Perugia, dalle sette sataniche al rapimento di Tommy Onofri. È un'ottima idea mettere a frutto quanto fa ormai parte dell'immaginario collettivo contemporaneo ed elevarlo dalla bassa lega delle ricostruzioni da salotto televisivo alla dignità cinematografica. E Lodovichi ha una buona capacità di narrare per immagini, utilizzando opportunamente il panorama delle valli trentine e il coté horror di certe tradizioni (peraltro non nuovo al cinema di genere italiano che ha già fatto leva sul lato oscuro del nordest, da La casa dalle finestre che ridono a Il mistero di Lovecraft). Anche la direzione degli attori funziona, ottenendo dal cast interpretazioni credibili pur secondo i codici estremi del genere. Infine è giusta l'intuizione di raccontare una famiglia disfunzionale incastonata in un mondo tagliato con l'accetta attraverso un thriller, mostrando come certe comunità siano intrinsecamente violente nella loro incapacità di comprendere, o anche solo di accogliere, il disagio esistenziale e la malattia mentale.
Tutto funzionerebbe in modo ottimale se la sceneggiatura non fosse percorsa da una deriva misogina (con tanto di battuta giustizialista finale) che riporta al recente Hungry Hearts per la descrizione fortemente stereotipata del personaggio femminile principale. Senza nulla togliere alle sorprese del finale, Linda è del tutto inconsapevole, ostinatamente autolesionista e masochista nel rapporto con tutti i maschi che la circondano. Come in Hungry Hearts, l'unico asse etico portante sembra essere quello padre-figlio, al punto che In fondo al bosco ritrova la sua originalità solo quando pone al pubblico le domande più interessanti relative alla natura del legame paterno: quanto conta il richiamo del sangue nella genitorialità maschile? E cosa fa di un uomo un padre?

  

Programma:

Mercoledì 22 marzo
BASELGA DI PINÈ    - Centro Congressi Sala Piné Mille
BORGO VALSUGANA    – Teatro del Centro Scolastico
MEZZOLOMBARDO    – Teatro S. Pietro
RIVA DEL GARDA    – Sala della Comunità
ROVERETO    – Teatro Rosmini
TESERO    – Teatro Cinema Comunale
TIONE DI TRENTO    – Teatro Comunale
TRENTO    – Cinema Astra

Giovedì  23 marzo
PREDAIA COREDO    – Cinema Teatro Dolomiti

Costi

4,00 €


organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino