Informale e ricerche sonore
Mondi Sonori 2004
I Concerti
Duo pianistico Laura Di Paolo - Simonetta Bungaro
John Cage (1912-1992)
A book of music (1944) per due pianoforti preparati
Part one-Part two
György Kurtág (1926)
Játékok (1973-1993)
Négykézre (for piano duet)
Köd - Kánon (Fog-Canon)
Dühös korál (Furious Chorale)
Kéz a kézben (Hand in hand - Hommage à Sárközy)
Harangok (Bells - Hommage à Stravinsky)
Hommage à Sáry László - Pöttyön pötty (Dot and Spot)
Hommage à Halmágyi Mihály
Hommage à Soproni
Kyrie
Préludium és valcer F-ben -vagy Fiszben (Prelude and waltz in F-or Fsharp)
Tanulmány a "Hölderlin"-hez (Study to "Hölderlin")
Kétn Zongorára (for two pianos)
Sirató (Dirge)
Verés (Beating)
Sarabande
Hommage à Paganini
* * *
Cosimo Colazzo (1964)
Voiles englouties par Ondine (da Debussy) (1988)
per pianoforte
Salvatore Sciarrino (1947)
Anamorfosi (1980) per pianoforte
Perduto in una città d'acque (1991) per pianoforte
Sonata (1966) per due pianoforti
Veloce
Menuet-Trio
Il concerto che il festival Mondi Sonori propone giovedì 20 maggio, tenuto dal duo pianistico Simonetta Bungaro e Laura Di Paolo, con interventi per duo e per pianoforte solo, alla Sala Filarmonica alle ore 20.30, e con musiche di Cage, Kurtág, Colazzo e Sciarrino, si propone come uno degli appuntamenti di maggior presa nelledizione di questanno. Indaga, da diverse prospettive, il tema dellinformale e di ricerche sonore rivolte a problematizzare radicalmente il senso delle possibilità timbrico-strumentali del pianoforte. Di particolare interesse la conferenza, che nel pomeriggio, al Conservatorio Bonporti, alle 17.00, tiene il compositore Cosimo Colazzo, dedicata proprio allinformale, dal titolo Informale e sperimentazioni grafiche, a ricercare i percorsi di unapertura allalterità radicale del suono che è anche rivoluzione della notazione, verso stati diversamente definiti o completamente esplosi, in direzione di strutture mobili o del puro grafismo.
Innanzitutto, nel concerto, è il pianoforte di John Cage, stravolto nella sua identità, per tutte le indicazioni di preparazione dello strumento date dal compositore, con linnesto di vari materiali, di legno, di gomma, di metallo, a distanze studiatissime, relativamente a una scelta mirata di corde, nellarmamentario interno dello strumento. In programma un pezzo di non frequente ascolto, A book of music (1944), per due pianoforti preparati. Un pezzo esteso e vivido di virtuosismi, che impegna gli interpreti in una forte revisione di sé, del proprio rapporto con lo strumento, delle aspettative e delle abitudini. Anche lascolto è chiamato a rivedersi, a disporsi al mutamento. Il suono si apre a possibilità altre, strappa le confezioni consuete, e si pone in viaggio, verso il molteplice, verso ciò che è stato tenuto separato da sempre dalla musica, o annesso in dosi limitate e contesti controllati: il rumore, il silenzio.
Quindi Játékok (Giochi) di György Kurtág (1926), una serie di pezzi dalla lunga gestazione (dal 1973 al 1993), che per molti motivi rinvia a pensare alla concezione di Bartók, dei libri del Mikrokosmos. Anche se qui non si tratta di un metodo didattico-strumentale, piuttosto di qualcosa che muove nella suggestione della musica, di un rapporto con lo strumento che vuole restare ludico e disinibito, infantile, nonostante gli anni passati, e semmai ironizza su certo urto della relazione didattica, quando il bimbo savvia allo studio nel confronto con un eserciziario comune. Su tutto vince il senso di un rapporto liberato con lesperienza sonora, fatto di cluster e invenzioni molto dirette, di una forma che evolve soprattutto per improvvise accensioni e accostamenti immediati.
Quindi, in programma, due pezzi particolari, di Cosimo Colazzo (1964) e Salvatore Sciarrino (1947), accomunati da un atteggiamento particolare della creatività, che mira a provare innesti di scritture altre, realizzando un continuum che provoca il senso forte dellimmedesimazione quasi assoluta con loriginale, mentre si definisce la vertigine di osservare uningegneria e unalchima compositiva in atto, con identità che entrano ed escono luna dallaltra. Di Colazzo è un lavoro assai particolare, dal titolo Voiles englouties par Ondine (del 1988, il compositore al tempo poco più che ventenne) che si riferisce a Debussy e tre suoi Préludes (in particolare Voiles, La cathedrale engloutie e Ondine), che si trasfondono tentacolarmente uno nellaltro. Di Sciarrino è Anamorfosi (1980) che tesse con effetto, appunto, anamorfico, Ravel e Gerswhin. Al pianoforte, per entrambi i pezzi, è Laura Di Paolo.
Chiudono il concerto due altri pezzi importanti di Sciarrino: Perduto in una città dacque (1991), con i suoi effetti di distanza e risonanza, vuoto, impermanenza, sospensioni, eseguito da Simonetta Bungaro, e la giovanile Sonata (1966) per due pianoforti, che, in una notazione fortamente sperimentale, quasi unintavolatura pensata per il pianoforte, e una serie di segni che danno la suggestione di una scrittura con ornamentazioni barocche, esprime, nello stesso tempo, un pianismo torrido di sonorità incandescenti, di figure gettate e stravolte dalla velocità desecuzione, di macchie sonore forti e travolgenti.
organizzazione: Conservatorio di Trento Dipartimento di Musica Contemporanea - Comune di Trento Servizio Cultura