Insetti: quale mi ha punto?

Convegno

Tra gli insetti da cui possiamo essere aggrediti durante le nostre passeggiate estive (zanzare, simulidi, pappataci e tafani) la zanzara è sicuramente quello più conosciuto e frequente. In particolare, negli ultimi anni in città si è diffusa anche la zanzara tigre, fastidiosa perché punge nelle ore diurne. Martedì 9 agosto, alle 11.00, presso la Biblioteca del Museo delle Scienze, verranno comunicati i primi risultati del monitoraggio sulla zanzara tigre, condotto dal Museo delle Scienze nell’ambito di un progetto che coinvolge il Comune di Trento e l’Azienda per i Servizi Sanitari. L'occasione sarà utile anche per spiegare ai cittadini le buone pratiche da mettere in atto per combattere la presenza di questi insetti.

Sono molti gli insetti da cui possiamo essere aggrediti durante le nostre passeggiate estive e le calde serate da maggio a ottobre. Tra gli insetti “vampiro” più frequenti nella nostra regione vi sono zanzare, simulidi, pappataci e tafani, le cui vittime sono, oltre all’uomo, gli animali domestici e gli animali al pascolo. Sono tutti Ditteri, e il loro sviluppo (da uovo a pupa) avviene o in ambiente acquatico (come nel caso di zanzare e simulidi) o comunque in luoghi umidi. A pungere sono sempre solo le femmine adulte che dal sangue ottengono le sostanze nutritive necessarie per la maturazione delle uova.
Di zanzare (Culicidae) ve ne sono diverse specie (60 specie in Italia), per lo più notturne, a parte la famosa zanzara tigre (Aedes albopictus) e poche altre, che sono attive di giorno a partire dalle prime ore fresche del mattino. Tutte le zanzare hanno un corpo snello, ali e zampe lunghe e il loro arrivo è spesso preceduto da un fastidioso ronzio. Il loro sviluppo da uovo a pupa avviene in acque lente (piccoli ristagni d’acqua, pozze, stagni, laghi).

I simulidi (Simuliidae) sono moscerini neri con corpo tozzo e ingobbito, pungono preferenzialmente di giorno bestiame al pascolo (cavalli e mucche) ma non disdegnano l’uomo, a cui provocano punture molto dolorose e grossi ponfi. Le larve vivono in acque correnti ricche di materiale organico che viene trasportato dalla corrente.

I pappataci (o flebotomi) (Psychodidae Phlebotominae) sono moscerini con corpo ricoperto da setole, si muovono a scatti e pungono le loro vittime senza annunciare la loro presenza ronzando. Hanno abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne e una scarsa capacità di volo per cui hanno un limitato raggio d’azione. Le uova vengono deposte in luoghi umidi (da soffitte umide, scantinati, condotti fognari, cucce per animali domestici, stalle, letamai, tane di animali selvatici, fenditure dei muri a cavità degli alberi e cumuli di foglie marcescenti). Le punture provocano una reazione simile a quella delle zanzare, ma più persistente e pruriginosa.

I tafani (Tabanidae) sono grosse mosche caratterizzate da un corpo robusto, occhi grandi e iridescenti e da un apparato boccale di tipo perforante-succhiante nelle femmine delle specie ematofaghe. La puntura dei tafani è una lesione effettuata lacerando la pelle della vittima che per questo può sanguinare ed è molto dolorosa. Le larve crescono nel fango, nella sabbia umida, nel terreno o nell'acqua, tra detriti vegetali o in letamai. L’uomo viene attaccato in ambienti rurali e forestali, laddove si rileva un'alta concentrazione dei mammiferi (equini, bovini e cervidi) del cui sangue in genere si nutrono. Attaccano in pieno giorno, in giornate calde e afose e in assenza di vento.

Alle punture di diverse specie di questi insetti può essere associata la trasmissione di alcune malattie: tra queste la leishmaniosi, termine con il quale si indica un gruppo di malattie endemiche nel bacino del Mediterraneo, in America e in Oriente e trasmesse da flebotomi sia all'uomo che al cane. Oppure la febbre da pappataci, trasmesso sempre dai flebotomi e presente nel bacino del Mediterraneo, nei paesi tropicali e nel Mar Nero. La malattia comporta febbre per 2-3 giorni e dolori articolari simili a quelli generati dell’influenza.
Non deve invece destare preoccupazione sanitaria la zanzara tigre, che salvo qualche caso sporadico subito contenuto di febbre spaccaossa, non è vettore nel nostro Paese di malattie infettive.

Della distribuzione ed ecologia della zanzara si occupa da un paio d’anni il Museo delle Scienze di Trento, in collaborazione con il Comune di Trento e l’Azienda per i Servizi Sanitari, ai fini di individuare eventuali focolai e programmare azioni di disinfestazione.
Nell’ambito di questo progetto, anche i cittadini sono chiamati a collaborare, seguendo alcune semplici regole per focolai contenerne la diffusione.

Martedì 9 agosto, alle 11.00, presso la Biblioteca del Museo delle Scienze, nel corso di una conferenza aperta al pubblico verranno comunicati i primi risultati del monitoraggio sulla zanzara tigre. L'occasione sarà utile anche per spiegare ai cittadini le buone pratiche da mettere in atto per combattere la presenza di questi insetti.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali