Kitchen stories

Cinema

Svezia/Norvegia, 2003
Titolo originale: Salmer fra kjøkkenet
Genere: Commedia
Durata: 92'
Regia: Ben Hamer
Cast: Joachim Calmeyer, Tomas Norström

Anni ’50. In un piccolo villaggio della Norvegia, famoso per l’elevato numero di scapoli, viene mandato un gruppo di esperti svedesi per monitorare le abitudini culinarie di questi uomini allo scopo di ottimizzare i movimenti in cucina delle casalinghe. Una commedia divertente e brillante in cui, tra borghesia cittadina e solitudine campagnola, si mescolano con autoironia i risentimenti nazionalistici post-bellici. Presentato a Cannes alla Quinzaine des Réalizateurs e candidato all’Oscar come miglior film straniero.

Siamo nella penisola scandinava, in Norvegia per la precisione. Intorno c'è bianco, freddo, ghiaccio e… vecchie cucine! Bent Hamer, regista cinquantenne con una lunga esperienza nel corto e nel documentario, e due lungometraggi inediti in Italia, dirige abilmente Kitchen Stories - Racconti di cucina, commedia sull'amicizia, la routine, l'importanza delle piccole cose. Inizia con un diagramma tracciato nel 1950 dall'Istituto svedese per la ricerca domestica utile a definire l'assetto-tipo della cucina ideale razionalizzando il lavoro domestico secondo il modello organizzativo della catena di montaggio, e lo trasforma in una favola inventata ma verosimile e veritiera. Per non cadere nei soliti cliché delle casalinghe in crisi, sposta lo sguardo (è proprio il caso di dirlo) sulle cucine degli uomini single di un villaggio norvegese.
C'è un gruppo di ricercatori svedesi austeri e rispettabili che si prefiggono uno scopo ben preciso: applicare il metodo "positivistico" alla loro originale indagine.
La prima parte del film è certo la più strampalata e per questo divertente.
Vediamo una carovana di auto con roulotte a rimorchio viaggiare attraverso una lunga strada innevata. Alla guida di queste automobili vediamo individui grigi con il cappello in testa e la pipa in bocca. Vediamo l'osservatore protagonista della vicenda arrivare all'abitazione del suo "osservato-volontario"… ma non vediamo il volontario!
Il vecchio Isak (Joachim Calmeyer) si è infatti pentito di aver dato disponibilità come cavia per la ricerca e non ha alcuna intenzione di lasciarsi osservare. Esilaranti le scene in cui il povero studioso tenta di convincere il padrone di casa a lasciarlo entrare, e altrettanto divertenti le riprese all'interno della roulotte in cui noi spettatori possiamo a nostra volta osservare le abitudini dell'osservatore.
Ed ecco la chiave di quest'opera: non un film sul voyeurismo, ma un film sulla spontaneità del guardare ed essere guardati in un gioco di ruoli e prospettive sempre diverso. Così l'Osservatore guarda l'osservato senza sapere che anche questi ha trovato il modo di spiarlo, e noi guardiamo entrambi con lo stesso interesse e curiosità. Significativo che l'osservatore se ne stia, per contratto, appollaiato su un enorme sgabello di legno dal quale gode la visuale migliore per elaborare i suoi schemi e studiare i movimenti del nemico-amico.
Il bello infatti avviene quando tra i due, l'osservatore e l'osservato, comincia a svilupparsi una forma di complicità sempre più intima che sfocia in una sincera amicizia. Apparentemente diversi ma naturalmente accomunati dalla condizione di solitudine cui le rispettive vicende hanno condotto i due, Isak e Folke (Tomas Norstrom) depongono finalmente le armi sintetizzando la dialettica servo-padrone; Norvegia-Svezia; osservato-osservatore nell'amicizia virile.
Buone intuizioni di regia e inquadrature dall'alto poggiano su una sceneggiatura molto ben calibrata e perfettamente funzionante, che mescola fantasia autoriale e realtà tratta da documentari d'epoca. Le atmosfere surreali e quasi oniriche dei ghiacci norvegesi si alternano al calore malinconico e solitario della cucina presa in esame. Il finale, che per intensità e drammaticità si allontana anche troppo dallo stile leggero e spiritoso di buona parte del film, convince comunque lo spettatore grazie alla forza e alla sincerità dell'interpretazione rigorosa degli attori.
Kitchen Stories è un film originale e ben realizzato. Candidato della Norvegia nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero, è già stato applaudito alla Quinzaine des réalisateurs dell'ultimo Festival di Cannes che gli ha tributato il premio Fipresci della critica internazionale.
Claudia Russo, 03/01/2004 da www.frameonline.it


organizzazione: Nuovo Cineforum Rovereto - patrocinio del Comune di Rovereto Servizio Attività Culturali