L'ombra di Cavalcanti e Dante

Musica

XIII Settimana della Cultura

Concerto-reading con Noemi Ghetti e Marika Lombardi all’oboe. Lo scontro sulla natura dell’amore e sull’origine della fantasia poetica che oppone i due più grandi scrittori del Duecento, Guido Cavalcanti e Dante, segna l’epilogo della ricerca nata con la risposta dei poeti siciliani della corte di Federico II al latino della cultura medievale, e si rivela decisivo per le sorti della letteratura e della lingua italiana.

Il 14 aprile le splendide la Sala Grande del Castello del Buonconsiglio a Trento (ore 20.30), si tramuteranno in raffinato scenario d’avanguardia in occasione della presentazione del libro “L’ombra di Cavalcanti e Dante” (L’Asino d’oro edizioni), opera della studiosa e scrittrice Noemi Ghetti, al cui fianco la voce recitante di Valentina Bardi ( l’attrice di “Sorelle Mai” di Bellocchio) e l’oboe di Marika Lombardi evocheranno atmosfere di sogno, tra parola e suono, sulle tracce della ricerca dei poeti sulla conoscenza d’amore.
Di quell’inafferrabile turbamento del corpo e della mente che provoca a volte la visione dell’essere umano diverso da sé, oggetto di desiderio e conquista, parla il libro di Noemi Ghetti, che narra l’epopea che quasi mille anni fa con Guido Cavalcanti e Dante Alighieri raggiunse l’apice di una ricerca letteraria che per tutta la vita vide impegnati con esiti molto diversi i due campioni del Dolce Stilnovo. Dante la definì “la pantera profumata”, intuendo un’immagine femminile speciale, molto diversa rispetto ai modelli attualmente in auge, e la cui comparsa nella scrittura, con tutta la sua corporea sensualità, diede origine alla lingua italiana nell’arte poetica agli inizi del Duecento in Sicilia.Indagando sulla duplice sfida, linguistica e filosofica, tra i due più grandi scrittori del Duecento circa la natura dell’amore e l’origine della poesia, l’autrice “con passione e audacia”, come scrive Roberto Antonelli nella premessa, dipana con il ritmo di un’inchiesta la sanguinosa dialettica poetica e umana tra due amici e rivali in tutte le sue tappe. Un confronto che si tramuterà in scontro mortale sui fondamenti del pensiero classico e cristiano.
Tutto ha inizio, racconta Noemi Ghetti, con la rivolta dei poeti siciliani al latino della cultura ecclesiastica, che rompe la corazza razionale di una lingua eletta dalla Chiesa a custode del logos occidentale, usata nei secoli per tramandare quel pensiero greco che da Aristotele a Platone, annullando completamente la donna, legava la conoscenza al rapporto pederastico tra maestro e discepolo. Nei versi dei poeti della corte di Federico II l’immagine della donna riemerge invece sull’onda di una ricerca sulla natura e sull’origine dell’amore che trasforma il modo di immaginare e di scrivere, dando vita a una nuova lingua: l’italiano letterario.
Ed è su questa novità che Cavalcanti e Dante, toscani della Firenze comunale, si affrontano, segnando l’epilogo di quella ricerca in un intreccio di vicende politiche e private, tra amori, amicizie, rivalità, invidie e tradimenti. Una sfida che si conclude con la conversione del Sommo Poeta dall’amore per la donna all’amore per Dio, in una sorta di resa, anche linguistica, ai precetti della cultura classica e cristiana. Con il ritorno ai modelli del latino medievale nella Divina Commedia Dante - che pure aveva vantato il merito della novità stilnovistica - abbandona la lingua irrazionale dei siciliani a cui aveva attinto, rivelando che quel primato di creatività, da sempre attribuitogli dalla critica e dalla tradizione, non corrisponde completamente alla realtà.


organizzazione: Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali