L’ultimo Kaiser

Guglielmo II Hohenzollern fu imperatore di Germania e re di Prussia dal 1888 al 1918, quando di fronte alla sconfitta militare e ai sussulti rivoluzionari fu costretto ad abdicare. Durante il suo lungo regno cercò di esercitare un potere assoluto: nominava e sfiduciava cancellieri (ben sette), imponeva l’agenda politica, era il protagonista indiscusso della politica estera del Reich. L’imperatore agiva facendosi forte di una legittimazione divina del suo potere, e aveva in spregio parlamento e partiti politici. Durante il suo regno fu osannato e celebrato come un sovrano moderno, perfino “socialista”, capace di risolvere i grandi problemi del Reich: l’industrializzazione accelerata e i conseguenti radicali mutamenti sociali. Fu abile nel servirsi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, in particolare la stampa e la fotografia. Ma fu anche vituperato e messo in caricatura, soprattutto all’estero.
Nel corso della guerra fu oggetto di durissime critiche da parte dell’Intesa, che lo considerava l’incarnazione del militarismo e autoritarismo prussiano. Critiche che si accentuarono nel dopoguerra, quando gli fu attribuita la responsabilità dello scatenamento del conflitto. In realtà, allo scoppio della Grande Guerra Guglielmo II si era affrettato a demandare gli effettivi poteri esecutivi al Comando Supremo, Oberste Heeresleitung, con un editto che affidava a quest’ultimo la responsabilità per tutte le decisioni prese e le azioni compiute: da quel momento sostanzialmente “svolse un ruolo estremamente passivo”.
Diversamente dal re d’Italia Vittorio Emanuele III, che trascorse lunghi periodi a ridosso del fronte ed ebbe frequenti contatti con ufficiali, soldati, feriti, civili nelle zone di guerra, Guglielmo II non solo non vide mai il fronte e men che meno i luoghi delle battaglie, ma non fu mai coinvolto in decisioni di natura strategica. Le giornate presso il suo mastodontico quartier generale scorrevano in un clima quasi surreale: l’inazione più assoluta, costellata dai suoi monologhi, racconti roboanti di battaglie cui non aveva assistito, men che meno partecipato.
Il 1918 sembrò aprirsi sotto i migliori auspici per la Germania. L’uscita della Russia dalla guerra soprattutto permetteva di spostare ingenti truppe sul fronte occidentale, per quella che i comandi militari consideravano l’ultima offensiva. Le speranze dei militari si rivelarono illusorie: all’offensiva del marzo, inizialmente vittoriosa, fece seguito la controffensiva degli alleati.
Guglielmo II, all’oscuro del dispiegarsi degli eventi bellici, il 29 settembre fu colpito come da un fulmine a ciel sereno dall’invito perentorio del generale Erich Ludendorff di dare mandato al governo di intavolare trattative con l’Intesa. Per un breve periodo il Kaiser ritenne di potere conservare la sua posizione, ma i movimenti rivoluzionari dei primi di novembre precipitarono la crisi. Guglielmo II abdicò e il 10 novembre attraversò il confine per riparare nella neutrale Olanda. Il giorno successivo la Germania firmò l’armistizio.
Per quasi ventitré anni Guglielmo II visse in un grigio esilio nei Paesi Bassi, messo ai margini della storia, incapace di fare i conti con le proprie responsabilità, tenacemente abbarbicato al sogno di sovvertire le istituzioni repubblicane e di essere riportato sul trono da Hitler.
Un certo vuoto storiografico sulla figura di Guglielmo II è ora colmato dalla recente monografia di Gustavo Corni. Il libro ripercorre tutte le fasi della vita del Kaiser, parallela a uno dei momenti più critici della civiltà occidentale: dai trionfi del colonialismo e dell’industria, all’abisso della Grande Guerra. Dall’infanzia, contrassegnata da problemi fisici e da un conflitto mai risolto con i genitori, al lungo e scintillante regno, alla repentina scomparsa dalla scena proprio negli anni di guerra, al lungo e malinconico tramonto nell’esilio.
In questo lavoro le vicende private e individuali dell’uomo, segnato da un carattere scostante e arrogante, all’apparenza brillante ma umanamente arido, sono analizzate in stretto intreccio con i contesti in cui si snoda la sua lunga vita: l’ascesa della Prussia, l’unificazione del Reich, la guerra mondiale, la svolta repubblicana e infine l’irresistibile trionfo del nazionalsocialismo.
Queste vicende e il lavoro di Gustavo Corni sono discusse nell’incontro-dibattito “L’ultimo Kaiser”, organizzato a Trento mercoledì 1 marzo 2023, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55). L’incontro è organizzato dalla Biblioteca Archivio del CSSEO in collaborazione con Salerno Editrice.
Discute con l’autore Maurizio Cau. Introduce Massimo Libardi.
Gustavo Corni è stato docente di storia contemporanea all’Università di Trento. È membro dell’International Research Training Group “Political Communication” presso l’Università di Francoforte e dell’International Academic Advisory Board dell’Istituto Wiesenthal di Vienna per gli studi sull’Olocausto (VWI). Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo “Fascismo: condanne e revisioni” (Salerno Editrice, 2011), “Raccontare la guerra: la memoria organizzata” (Bruno Mondadori, 2012), “Breve storia del nazismo: 1920-1945” (Il Mulino, 2015), e “Weimar: la Germania dal 1918 al 1933” (Carocci, 2020).
La videoregistrazione dell'incontro:
L’evento è riconosciuto come attività di aggiornamento per il personale docente della scuola trentina.