L.I.E.

Cinema

Usa, 2001
Titolo originale: L.I.E.
Genere: Drammatico
Durata: 87'
Regia: Michael Cuesta
Cast: Brian Cox, Paul Franklin Dano, Billy Kay, Bruce Altman, James Costa

Orfano di madre e sotto la tutela di un padre irresponsabile, di per sé oppresso dal peso di un’ingovernabile condotta, l’adolescente Howie stenta a dimenarsi, pur in un contesto di assoluto agio materiale, tra amicizie insidiose poco raccomandabili e una società ostile che raramente, di fronte a determinati errori, ama concedere seconde o terze possibilità. In uno dei ripetuti furti in assoluta assenza di necessità, sulla scia di un nocivo e sbandato compagno, Howie viola la proprietà dell’ambiguo sessantenne Big John. L’uomo si mostra difatti deciso ad esercitare il più abbietto dei ricatti, se solo il ragazzino mostri esitazione nel restituire il maltolto purtroppo occultato dal suo malsano istigatore. Ad alzare il livello del conflitto il rapporto con il padre, scivolato dopo alcuni accadimenti in abissi d’apparenza insanabile.
Il film ha vinto il London Lesbian and Gay Film Festival 2001, il Sundance Film Festival 2001 L.A Outfest 2001, il Gran Premio della Giuria all'Indipendent Spirit Award 2002.

L’archetipo “adolescenti persi” ha ispirato un’infinità di storie. Quest’ultima intitolata L.I.E. (acronimo di Long Island Expressway, la superstrada presso cui il film trova ambientazione) pur in assenza di elementi particolarmente originali si dimostra accattivante e densa di risonanze emotive. Gli espedienti attraverso i quali gli autori hanno perseguito tali obiettivi risiedono nella schiettezza adottata per tematiche insidiose, quali pedofilia e prostituzione minorile, e nei risvolti di personaggi “mutaformi”, abili a crescere e rovesciarsi col progredire della narrazione. Poco comune è inoltre l’elaborata profondità caratterizzante il rapporto tra l’anziano Big John e il giovane convivente. Chiude il film un colpo di scena, privo di particolare significato, ma di effetto consistente.
Il film è di buona fattura, dalle tematiche trattate, all’apprezzabile qualità della regia; dalla colonna sonora, alla bontà delle interpretazioni (se si escludono gli eccessi caricaturali del padre di Howie). Ben lontano dal rappresentare un capolavoro, L.I.E. risulta doloroso, toccante e di sicuro intrattenimento. La direzione è dell’esordiente Michael Cuesta, regista della serie televisiva Six feet under, clamoroso successo americano ideato da Micheal Ball, sceneggiatore di American Beauty.
di Filippo Fenoaltea
da: www.lisoladeltesoro.com/L_I_E.htm


organizzazione: Circolo ArciGay del Trentino