La chimica invisibile

L’Università di Trento- Dipartimento di Economia e Management, l’Opera Universitaria e la Circoscrizione Oltrefersina, nell’ambito della rassegna Ciclo Donne, presentano  ‘La chimica invisibile’ di Andrea Albertini per la regia di Bruno Frusca.

Teatro

Sei donne, le loro vite, il loro straordinario contributo al mondo della scienza, un mondo che spesso le ha ignorate, un mondo abituato a esaltare i successi maschili e dimenticare quelli femminili, un mondo che non poteva accettare che una donna eguagliasse, se non addirittura superasse, un uomo.

Invece serve emozione per essere intelligenti e le donne che si racconteranno stasera non hanno avuto paura di mescolare sentimenti e realtà, cuore e testa per raggiungere traguardi inaspettati.

Questo spettacolo dimostra che anche le donne possono avere un pensiero critico applicato alla scienza, alla fisica, alla tecnica, alla matematica, discipline da sempre maschili che donne coraggiose e geniali hanno esplorato con successo, un successo che spesso è rimasto sordo, dentro le loro pance, come un figlio mai nato o un figlio illegittimo. Il riconoscimento al loro ingegno talvolta è arrivato postumo e a volte non è mai arrivato. Nonostante questo, non è mai mancata loro la forza di rialzarsi, di fallire e di rialzarsi ancora, con una tipica generosità femminile.

Le donne hanno solo bisogno di essere riconosciute, di essere guardate: corre davvero sotto la loro pelle una chimica invisibile forse a loro stesse, un flusso fatto di emozioni e materia che le imprigiona e allo stesso tempo le rende libere, le rende uniche.

Sei monologhi racconteranno le vite e le scoperte di: Ada Lovelace Byron, figlia mai riconosciuta del poeta Lord Byron, che nella prima metà dell' ottocento ha prodotto un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, ideato per essere
elaborato da una macchina.

Mariam Al-Ijliya visse nel 900 d.C., astronoma e creatrice di astrolabi con i quali era possibile localizzare e calcolare la posizione dei corpi celesti.

Marie Curie, chimica e fisica polacca, insignita di ben due premi Nobel per i suoi studi sul Radio e sul Polonio. Prima donna ad aver insegnato alla Sorbona di Parigi.

Hedy Lamarr attrice e inventrice austriaca naturalizzata americana. Studentessa di ingegneria con la vocazione per la recitazione Il cinema le ha riservato ruoli da bella e stupida, in realtà sviluppò, durante la seconda guerra mondiale, con il compositore musicale Antheil, un sistema di guida a distanza per siluri.

Mileva Maric, fisica serba, una delle prime donne a studiare al politecnico di Zurigo e prima moglie di Albert Einstein, ha quasi certamente partecipato attivamente agli studi sulla relatività di Einstein. La comunità scientifica ancora non le riconosce questo ruolo, ma il fatto che Einstein si sia arenato dopo averla lasciata e le abbia consegnato tutti i soldi del Nobel è un chiaro sintomo della sua primaria importanza negli studi del marito.

Sofia Kovalevskaya, matematica e scrittrice russa. Si sposò per aver il ;permesso maschile necessario per studiare all’università. Prima donna del nord Europa a ottenere una cattedra universitaria in Svezia, nel 1889.
 

Produzione compagnia teatrale La Betulla con Camilla Scotti, Martina Ajmone Marsan, Betti Orlandi, Mariasole Bannò, Beatrice Erba e Rosanna Pedrinelli

Costi

Ingresso libero


organizzazione: Opera Universitaria e l'Università di Trento - in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Management e la Circoscrizione Oltrefersina