La datazione del legno: dalla pianta in piedi al manufatto
Relatore: dott. Mauro Bernabei,
Laboratorio di Dendrocronologia CNR IVALSA San Michele all'Adige
Le tecniche impiegate per datare un manufatto in legno sono varie. Tra tutte, la dendrocronologia è lunica in grado di arrivare alla precisione dellanno. Durante la conferenza verranno trattati i principi che regolano lapplicazione della dendrocronologia e saranno presentati i risultati dei recenti lavori svolti dal laboratorio del CNR. In particolare:
la datazione delle strutture lignee della Basilica della Natività a Betlemme;
la stima delletà gli ulivi dellOrto del Getsemani a Gerusalemme;
lo studio sulla Collezione degli strumenti Musicali Cherubini, Museo dellAccademia, Firenze;
il soffitto della Sala Diplomatica del Palazzo Reale di Napoli;
i legni delle torbiere della Val di Sole (TN), 11000 anni di storia del Trentino.
Il Club UNESCO di Trento e la Società di Scienze Naturali del Trentino hanno voluto realizzare una rassegna che trattasse l'importante tema della Memoria legata sia agli aspetti umanistici sia a quelli più prettamente scientifici.
Il titolo "Dalla memoria dell'uomo alla memoria della Terra" vuole infatti mettere in evidenza quanto sia l'umanità sia la natura abbiamo costruito degli archivi complessi che, per vari motivi, possono essere minacciati di obsolescenza e distruzione.
Mai come oggi, dunque, in un'epoca storica nella quale l'uomo sta "mappando" le tecniche di memoria utilizzate dal mondo naturale, è indispensabile essere consapevoli della necessità di garantire un futuro alla memoria, in tutte le sue forme.
Il primo incontro è stato dedicato alla memoria scritta dell'uomo, alla sua digitalizzazione e alle strategie di organizzazione e di conservazione.
La seconda parte della rassegna mira a promuovere un interesse collettivo nei confronti della conservazione del patrimonio naturale, analogo a quello che, nel corso della storia, si è verificato per il patrimonio culturale, oggi ancora, con fatica, considerati come diverse espressioni di ununica realtà.
La memoria individuale e la memoria collettiva sono state coinvolte negli ultimi decenni, in modo meno frequente e meno corale nel testimoniare il passato del territorio dal punto di vista ambientale, ecologico e del paesaggio.
Che cosa conservare dunque e perché conservare?
Le collezioni, gli Atlanti della Natura, gli erbari, la cartografia storica, le mappe, le immagini fotografiche possono essere ritenuti documenti utili per la conoscenza e la tutela del patrimonio ambientale ed elementi vincolanti nella pianificazione e progettazione territoriale?
Le fonti tradizionali tese a descrivere e documentare levolversi del territorio e del paesaggio, possono fornire strumenti per indagare i nessi fra passato e presente, affinché la possibilità di progresso non sia soffocata dal determinismo del progresso che induce a reiterare scelte incompatibili con la sostenibilità?
organizzazione: Club UNESCO di Trento - Società di Scienze Naturali del Trentino