La gestione del gambero di fiume in Trentino: sfide e opportunità

Incontri al Museo per parlare di fauna

Incontri e convegni , Convegno

Il primo incontro dell'anno di "Incontri al Museo per parlare di fauna" ha come protagonista il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).

A tracciare il punto su questa specie, sempre più minacciata dalla perdita di habitat e dalla competizione con i suoi “parenti” esotici, è Maria Cristina Bruno, ricercatrice dell'Unità di ricerca idrobiologia della Fondazione Edmund Mach.

 

Dopo l'evento di dicembre sul lupo, seguito online da oltre 3.000 persone, gli “Incontri al museo per parlare di fauna”, le tradizionali occasioni che a cadenza mensile permettono di avvicinarsi con prospettive sempre nuove alle ricerche e agli studi sulla fauna, sulla biodiversità e sulla conservazione della natura, portano l'attenzione sul gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).

Una specie autoctona particolarmente fragile ma di grande importanza nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi acquatici, oggi a rischio estinzione locale sia a causa della perdita di habitat che della competizione con specie aliene invasive.

 

Come spiega Maria Cristina Bruno, ricercatrice dell'Unità di ricerca idrobiologia della Fondazione Edmund Mach e relatrice dell'incontro: "Il gambero di fiume è un macroinvertebrato inserito nella Direttiva Habitat 92/43/CEE come specie animale d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone e misure speciali di conservazione. In Trentino, così come nel resto d’Italia, ogni anno si assiste alla scomparsa di popolazioni che, già segregate in aree limitate, non riescono a far fronte a eventi catastrofici di origine naturale o antropica, al degrado ambientale e all’introduzione di specie di gamberi aliene e alla conseguente diffusione della cosiddetta 'peste del gambero'”.

 

L’appuntamento, sarà l’occasione per illustrare le importanti ricerche condotte dai ricercatori FEM e MUSE nel corso dell’ultimo decennio.

Ricerche che hanno messo in luce la necessità di adottare misure urgenti per la conservazione della specie sul territorio provinciale, e portato nel 2017 alla realizzazione del Piano di Gestione per il gambero di fiume in Trentino, prodotto nell’ambito del Progetto LIFE+T.E.N. (Trentino Ecological Network).

Il Piano fornisce le indicazioni per l’attuazione di interventi che riducano le minacce di estinzione e per la gestione corretta delle popolazioni e i loro habitat, garantendone così la conservazione nel tempo. Un tema di particolare interesse anche per il mondo dei pescatori, sempre coinvolti nelle importanti azioni di conservazione e gestione dei corsi d’acqua e dei popolamenti ittici.

 

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Maria Cristina Bruno

Ricercatrice permanente dell’unità di Idrobiologia della Fondazione Edmund Mach, biologa, da più di 30 anni studia gli ecosistemi di acque superficiali e sotterranee. Dal 2006 svolge la sua ricerca in Trentino, concentrando la sua attività su torrenti e fiumi alpini e montani, analizzando gli effetti degli impatti antropici e del cambiamento climatico sulle comunità e sugli ecosistemi.

 

Al termine della presentazione, è previsto - sempre in modalità virtuale attraverso le domande che potranno essere inviate sulla piattaforma Facebook - un momento di dibattito moderato da Paolo Pedrini, responsabile Sezione Zoologia dei Vertebrati del MUSE. 

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