La trasformazione del paesaggio trentino

Interviene Alessandro de Bertolini. Introduce Massimo Libardi.

Incontri e convegni , Convegno

Il paesaggio trentino si presenta oggi come il prodotto delle attività dell’uomo che, nel corso del tempo, lo ha modellato. Come un grande libro a cielo aperto, i “terreni” e gli “spazi” del Trentino, divenuti “territori” e “luoghi”, raccontano la storia delle comunità e dei popoli che li hanno abitati, le loro vicissitudini, i processi di insediamento e di rappresentazione, i percorsi identitari, le continue azioni e gli sforzi ininterrotti verso la costruzione di modelli vivibilità sostenibile.

In questo senso il paesaggio viene considerato come una fonte della storia e può essere oggetto di ricerche storiche. Nel suo apparire, si presenta come il luogo dell’ibridazione, dove la componente ambientale-naturale si fonde con la componente umana-culturale, e come il luogo della sedimentazione, dove gli interventi umani susseguitisi nel corso dei secoli danno respiro a un’architettura di segni e simboli che ha a che fare con le identità delle comunità locali.

Alessandro de Bertolini, ricercatore della Fondazione Museo Storico del Trentino, affronta queste tematiche, prendendo a oggetto alcune delle principali trasformazioni che hanno interessato il paesaggio del Trentino nel corso degli ultimi due secoli: dalla costruzione dei “paesaggi agrari” (come si è passati da un’economia di autoconsumo ai moderni modelli agricoli industriali) ai “paesaggi idroelettrici” (con la costruzione dei grandi bacini per la produzione di energia), dai “paesaggi minerari” (le miniere e le cave in epoca medievale, moderna e contemporanea), ai paesaggi di guerra (in particolare le modificazioni che hanno interessato il territorio a seguito della costruzione delle fortificazioni austroungariche nel periodo precedente alla Grande Guerra), dai “paesaggi alluvionali” (la storia della difesa del territorio e delle sistemazioni idrauliche con interesse specifico per le bonifiche di fondovalle e per gli interventi di regimentazione del fiume Adige) ai “paesaggi della viabilità” (relativamente alla nascita e allo sviluppo di un sistema viabilistico e di trasporti pubblico e privato su rotaia e su gomma con la ferrovia del Brennero e l’A22) fino alla costruzione dei “paesaggi alpini” (lo studio delle comunità alpine attraverso gli istituti delle carte di regola, la colonizzazione delle terre di media montagna, lo sviluppo del turismo, per finire con i problemi attuali dello spopolamento).

Attraverso queste grandi trasformazioni, il paesaggio del Trentino si presenta oggi come un “paesaggio costruito”, dove la mano dell’uomo ha lasciato i segni dei propri percorsi identitari. Per questo, grazie cioè a una profonda “impronta culturale”, possiamo dire che il paesaggio della Val di Gresta è diverso da quello della Valle di Non, che è diverso da quello della Val di Peio, che è diverso da quello della val di Fiemme e via discorrendo. Le economie agrarie, forestali, industriali o turistiche che si sono sviluppate sulla spinta delle scelte della popolazione hanno agito come generatori di paesaggi. Vale per il Trentino ma non solo. Per gli stessi motivi, infatti, i paesaggi della nostra provincia sono diversi da quelli dell’Alto Adige, che sono diversi da quelli di altre regioni alpine. Per gli stessi motivi, i paesaggi delle Alpi, ad esempio, sono diversi da quelli pirenaici.

Il paesaggio è per definizione un tema trasversale che chiama a raccolta decine di studiosi delle discipline più disparate: dalla storia alla geografia, dalla sociologia all’antropologia, dall’economia alla filosofia, dall’architettura all’urbanistica, dalla geologia all’archeologia alle scienze naturali.

Ma è anche un tema, soprattutto, di grandissima attualità. Le trasformazioni paesaggistiche, oggi più che mai, sono oggetto di governo e materia di attenzione per gli amministratori e per i pianificatori. Comprendere i cambiamenti in atto, per governarli, è una delle sfide del presente e del futuro. Per cogliere questa sfida occorre favorire un percorso di ri-alfabetizzazione sul tema dei paesaggi che deve partire dalla conoscenza storica e che deve essere affrontato a più livelli, a cominciare dagli istituti scolastici.

Affronta in tutte le sue declinazioni questo tema Alessandro de Bertolini, da tempo impegnato nelle attività del settore di studi sulla Storia del Territorio della Fondazione Museo storico del Trentino.

Costi

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