Le due vite

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2014/2015
Altri Percorsi

Associazione Conductus
Le due vite
melologo per attrice e tre strumenti di Marcello Fera
da Autobiografie della leggera di Danilo Montaldi
regia Marcello Fera
luci e fonica Mauro Lazzaretto
con Johanna Porcheddu e Trio Conductus

Compositore, violinista e direttore d’'orchestra, Marcello Fera e l'’Ensemble meranese Conductus di cui è direttore musicale, danno vita a uno spettacolo in cui musica e parole si intrecciano. Le due vite è un melologo per attrice e tre strumenti, ovvero una composizione musicale in cui il testo viene rigorosamente integrato nella partitura scritta da Fera ispirandosi alle Autobiografie della leggera dello scrittore Danilo Montaldi.

Un libro importante, quello pubblicato nel 1961 da Einaudi in cui l’'autore, intelligente interprete del cambiamento sociale del dopoguerra, raccolse i memoriali di cinque marginali del Cremonese. Persone ascrivibili alla cosiddetta “Leggera” termine che designa, in molti dialetti del nord Italia, una dimensione sociale ed esistenziale a cavallo tra piccola criminalità e precarietà lavorativa. La narrazione di sé, delle proprie esperienze di vita si fa in queste memorie cosciente atto letterario ed epico. Ed è proprio questa singolare epopea di vita che costituisce il punto di partenza dell’'operazione musical- teatrale.
Le due vite di cui parla il titolo sono quelle di Cicci che prostituta prima, irreprensibile signora poi, riflette sulla sua condizione passata e presente. Cicci è una bambina nelle campagne cremonesi degli anni ’20 del Novecento. Fin dall'’adolescenza è insidiata dalle attenzioni erotiche di uomini e donne, approda fatalmente alla prostituzione per poi conoscere l'’amore, le atrocità della guerra e il ritorno al paese d'’origine, moglie e madre rispettata e afflitta dalle responsabilità quotidiane. Uno sguardo a ritroso il suo, vivace, coraggioso e implacabile, pervaso dalla forza morale di chi è abituato a confrontarsi con le conseguenze di ogni scelta.
Johanna Porcheddu è l'’interprete di questa narrazione in prima persona, la cui voce è il quarto strumento di una partitura che impegna un trio d’'archi formato da Marcello Fera al violino, Nathan Chizzali al contrabbasso e Silvio Gabardi al contrabbasso. Lo spettacolo, in bilico tra memorie popolari e straniamento, si avvale inoltre di una serie di immagini di Franco Vaccari: un'’installazione di pose che l'’artista e fotografo modenese scattò sul finire degli anni ’50 che, montata sul palco del Teatro Studio, costituisce un suggestivo pendant fotografico al lavoro portato in scena.
Nato a Genova, Marcello Fera svolge parallelamente attività di violinista, compositore e direttore d'’orchestra. Dal '96 intensifica l'attività di compositore e direttore presentando regolarmente lavori propri in pubblico. È direttore artistico e musicale dell’'Ensemble Conductus che ha fondato nel 1999, della stagione Sonora e delle attività musicali di Merano Arte.