Le elezioni primarie migliorano la democrazia?

Convegno

Festival dell'economia
Focus

James M. Snyder

Gli Stati Uniti sono il paese per antonomasia delle elezioni primarie. Servono per selezionare i migliori candidati soprattutto nei collegi "sicuri", in cui un partito ha una posizione nettamente dominante, per cui anche un candidato di basso profilo riuscirebbe a vincere. Cosa ci dicono i dati e come interpretarli sulla base del comportamento strategico dei candidati e degli elettori.

introduce Pietro Del Soldà

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James M. Snyder
Professore di Government alla Università di Harvard dal 2010. Ha insegnato sei anni nel Dipartimento di Economia della Università di Chicago e per diciotto anni nei Dipartimenti di Scienze Politiche ed Economia del Massachusetts Institute of Technology. Il suo maggior interesse nel campo accademico e della ricerca è la politica americana, con particolare attenzione alla rappresentanza politica. Ha scritto articoli su un'ampia gamma di argomenti, comprese le elezioni, il finanziamento delle campagne, le istituzioni legislative e il loro comportamento, i gruppi d'interesse, la democrazia diretta, i media e la corruzione. È research associate presso il National Bureau of Economic Research e membro dell'American Academy of Arts and Sciences.
I suoi articoli sono stati pubblicati su "American Political Science Review", "American Journal of Political Science", "Journal of Politics", "American Economic Review", "Journal of Political Economy", "Econometrica" e su molte altre riviste e libri. È co-autore del libro The End of Inequality: One Person, One Vote and the Transformation of American Politics (con S. Ansolabehere), Norton (2011). Sta ora lavorando ad un libro sulle primarie assieme a Shigeo Hirano.


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