Le ex fortezze austro-ungariche del Trentino e i recuperanti

con Nicola Fontana 

Incontri e convegni

La Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, organizza a Trento, mercoledì 29 novembre 2017, alle ore 17,30, nella “Sala degli Affreschi” della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito “Le fortezze austro-ungariche del Trentino e i recuperanti”. Interviene Nicola Fontana. Introduce Massimo Libardi.

Terzo incontro del ciclo “Il Trentino-Alto Adige nel periodo 1922-1943”.

Ingresso consentito fino allesaurimento dei posti a sedere.

In questo terzo ciclo “Il Trentino-Alto Adige nel periodo 1922-1943” Nicola Fontana affronta la questione del destino delle ex fortificazioni austro-ungariche del Trentino dalla fine del primo conflitto mondiale sino alla fine degli anni Trenta e, in particolare, il ruolo giocato dai cosiddetti “recuperanti” nella loro distruzione.

Nella memoria collettiva e nella letteratura si è fissato il ricordo che il recupero del materiale ferroso dalle fortezze fu operazione dettata dal regime fascista in risposta alle sanzioni comminate dalla Lega delle Nazioni nel novembre 1935. Le fonti d’archivio indicano che la vicenda fu invece molto diversa e che all’epoca delle sanzioni le fortezze austro-ungariche erano già state in gran parte smantellate.

Come si giunse allora a quell’esito? Dopo la dismissione dal R. Esercito italiano avvenuta tra il 1927 e il 1933 – salvo poche eccezioni – e il conseguente affidamento all’Intendenza di finanza di quegli immobili, che costituivano a tutti gli effetti dei beni erariali, sembrarono finalmente esserci i presupposti per una valorizzazione turistica per almeno una parte degli stessi nell’ottica della promozione della memoria della guerra. Si trattò di un progetto sostenuto sin dai primi anni Venti da personalità di cultura come Giuseppe Gerola e soprattutto dai comuni degli altipiani di Folgaria e Lavarone.

Esso sembrò concretizzarsi in seguito alla stipulazione di contratti d’affitto con le amministrazioni municipali di Lavarone, Luserna, Levico e Folgaria. Tuttavia soltanto il comune di Lavarone riuscì nell’impresa: gli altri furono costretti a rinunciarvi per ragioni finanziarie mentre l’intendenza di finanza di Trento, avuta l’autorizzazione dal Ministero, scelse l’unica via rimasta per trarre profitto da strutture altrimenti prive di valore e oggetto di saccheggio da parte di ignoti: la vendita dei materiali in ferro a società private.

Nicola Fontana è il responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e redattore della rivista “Annali” dello stesso Museo. È membro della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e socio fondatore dell’Österreichische Gesellschaft für Festungsforschung di Vienna.

Tra le sue pubblicazioni si ricordano: “K.u.K. Werk Dossaccio. Storia di un forte corazzato di montagna 1886-1915” (2004); “Guida agli archivi, Museo Storico Italiano della Guerra” (2014); eLa regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra (2016).