Le ideologie dei due totalitarismi
Mercoledì 2 febbraio 2011, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza l'incontro-dibattito Le ideologie dei due totalitarismi. Interviene Luciano Pellicani. Introduce Fernando Orlandi.
In alcuni interventi precedenti di questo ciclo di conferenze ("Momenti di storia mitteleuropea") è stato messo in rilievo il ruolo fondamentake svolto dai reduci della Prima guerra mondiale. Luciano Pellicani ha recentemente osservato che essenzialmente due furono i fattori che condussero i totalitarismi al centro della scena politica e culturale europea dei primi decenni del Novecento: il radicalismo anti-borghese degli intellettuali e la "mutazione genetica" avvenuta nei reduci.
I primi avevano svolto, come scrive Pellicani, "una quotidiana azione di delegittimazione delle istituzioni della società aperta". Stato di diritto, democrazia parlamentare, economia di mercato, proprietà privata, individualismo, insomma "tutto il mondo moderno, soprattutto anglo-sassone, preso in blocco", come scriveva Julius Evola, erano agli occhi di questi intellettuali il nemico da abbattere.
Tradizionalisti e rivoluzionari - religiosi e laici -, intellettuali di sinistra e di destra, si allearono spiritualmente contro la società aperta incarnata dalla borghesia. "La distruzione senza limiti, il caos e la rovina in quanto tali - così Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo - assumevano la dignità di valori supremi".
Il disgusto per la società borghese provato dagli intellettuali, però, sarebbe rimasto una voce flebile e minoritaria se non fosse intervenuto un agente esterno a incubare il virus del radicalismo nell'uomo della strada: la Grande Guerra. L'immenso massacro della Prima guerra mondiale, infatti, partorì un "uomo nuovo": "Le trincee - scrive Pellicani - vomitarono una nuova genia di uomini: uomini spietati, colmi di aggressività e di risentimento, per i quali la vita [...] aveva scarso valore e, per ciò, pronti a ricorrere alla violenza e predisposti a concepire la politica come la prosecuzione della guerra".
La "chiamata rivoluzionaria alle armi" degli intellettuali, questa volta trovò terreno fertile: Nazione, Classe, Razza si trasformarono nei nuovi idoli ai quali immolare l'esistente.
Da molti anni Luciano Pellicani si è dedicato allo studio della mentalità rivoluzionaria. Lo ha fatto servendosi anche di categorie desunte dalla sociologia religiosa. A suo avviso, i rivoluzionari di professione sono portatori di una visione del mondo gnostica. Essi sono convinti, infatti, che alla decadenza del presente dovrà necessariamente fare seguito un avvenire radioso. Per affrettare questa fine dei tempi la violenza annientatrice è non solo giustificata, ma attivamente promossa e praticata, perché solo distruggendo dalle fondamenta il disordine presente, sarà possibile edificare il futuro paradiso in terra. Il perfettismo politico messianico è portatore, insomma, di una inevitabile pulsione sterminatrice.
La novità più sconvolgente del Ventesimo secolo è stata la traumatica irruzione sulla scena europea di due movimenti rivoluzionari di massa - il bolscevismo e il nazionalsocialismo - animati dal progetto di purificare la società attraverso lo sterminio sistematico di intere categorie sociali, percepite come inquinate e inquinanti. Ed è, appunto, questa l'essenza del totalitarismo: il terrore in permanenza e l'universo concentrazionario finalizzati alla edificazione di un mondo totalmente altro e alla creazione di una nuova umanità: una impresa le cui radici ideologiche si trovano nell'esperimento giacobino.
Questi sono alcuni dei temi che verranno affrontati da Luciano Pellicani nell'incontro-dibattito Le ideologie dei due totalitarismi, che si terrà mercoledì 2 febbraio 2011, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55).
Luciano Pellicani insegna sociologia presso la Luiss di Roma. È autore di numerosi saggi, fra i quali La società dei giusti. Parabola storica dello gnosticismo rivoluzionario (Etas, 1995); Totalitarismo e rivoluzione (Marco, 2005); e Lenin e Hitler. I due volti del totalitarismo (Rubbettino, 2009).
organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale