Metropolis
Il cinema Ritrovato al Cinema
www.ilcinemaritrovato.it
Germania, 1926
Titolo originale: Metropolis
Genere: Fantascienza
Durata: 147'
Regia: Fritz Lang
Cast: Brigitte Helm, Alfred Abel, Gustav Frohlich, Rudolf Klein-Rogge
Nel 2026 la società del futuro è divisa tra quella dei lavoratori che abitano nel sottosuolo e quella dei dirigenti che vivono in alto, vicino al cielo, tra giardini pensili e nuvole azzurre. Dirige la città John Fredersen (Alfred Abel) con un piglio autoritario ed inflessibile. Un giorno suo figlio Freder (Gustav Frolich) entra nel regno sotterraneo dei lavoratori ai quali Maria (Brigitte Helm), pronuncia dei discorsi di pace e d'attesa di un domani migliore, e comprende come essi vivono. Freder cerca di convincere il padre, ma inutilmente, ed allora si unisce ai lavoratori mentre John, per sedare ogni possibile sommossa, ordina allo scienziato Rotwang (Rudolf Klein-Rogge) di usare il suo robot appena costruito per fargli prendere il posto di Maria. Rapita la ragazza e sostituita con il robot, esso sobilla i lavoratori, ma solo l'intervento di Maria, che salva le famiglie degli operai dall'allagamento fa capire ad entrambe le fazioni come l'una sia indispensabile all'altra.
Metropolis è tratto dall'omonimo romanzo di Thea Von Harbou, moglie del regista tedesco ( Tr. it. Metropolis in Proxima n.4, Granillo, Torino 1966).
Alla sua uscita, nella primavera del 1927, Metropolis aggredisce e sconcerta il pubblico dell’epoca. Si trasformerà in un film d’impatto inesauribile sull’intera storia del cinema, capostipite della fantascienza, capace di nutrire ogni nuova visione ‘assolutamente moderna’, fino a Brazil, a Blade Runner, ad Avatar. Fantasia distopica su un mondo verticalmente diviso, l’avveniristica città dell’intelletto e del potere e il sottosuolo della forza lavoro, Metropolis è un capolavoro laddove trascende il proprio mai risolto messaggio sociale (rivoluzione o conciliazione?): nella prodigiosa intuizione con cui osserva una città vera, New York, e la ricostruisce come grandiosa icona d’ogni futuro oltreumano. Straordinari effetti speciali, movimenti di masse in rivolta, trecento giorni di riprese, trentaseimila comparse, cinquecento grattacieli di settanta piani, e al centro di tutto l’ambigua Maria, vergine e androide: “Uno dei film più stupefacenti del cinema espressionista tedesco, uno dei rari film muti in grado di rappresentare ancora qualcosa per il grande pubblico di oggi” (Jacques Lourcelles).
La versione che presentiamo è il restauro più completo oggi esistente, realizzato nel 2010 da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek in seguito al ritrovamento in Argentina di 25 minuti di pellicola ritenuti perduti. Dopo ottant’anni di versioni spurie e il pluridecennale lavoro di ricostruzione condotto da Enno Patalas, questo è finalmente il film come Thea von Harbou l’aveva scritto e Fritz Lang l’aveva girato. Con la colonna sonora originale ricostruita di Gottfried Huppertz eseguita da Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino diretta da Frank Strobel.