Mi sono arreso ad un nano

Uno spettacolo dedicato a Piero Ciampi, cantautore di straordinario insuccesso, talento burbero alla Bukowski, poeta della canzone e della bottiglia, grande amante del vino e delle donne

Teatro
[ http://mercantidistorie.blogspot.it/]

Mercanti di Storie (Milano)
Mi sono arreso ad un nano
di Massimiliano Loizzi
con Massimiliano Loizzi e Abramo Maiorani alla fisarmonica

Dalla poesia di Piero Ciampi 
Questo spettacolo nasce da un amore e da una passione particolare per i dimenticati, i lasciati, per Piero Ciampi, poeta in musica del vino e delle donne, un anarchico alcoolizzato. Mille ed una ragione hanno fatto sì che in vita fosse dimenticato e in morte tralasciato, ma vivo aveva ottenuto il suo scopo, essere pagato, in quanto poeta, “il più grande vivente”, mantenuto per ogni suo respiro, acerrimo nemico del lavoro, poichè artista, ed è “solo per questo che lo chiamano egoista”. Non si vuole invero raccontare la vita del poeta, piuttosto si vuole metterlo in scena, raccontarlo, attraverso alcuni suoi versi, riadattati, rimescolati, fra i più grotteschi, rarefatti e portare alla gente che lo ascolta un uomo il più vicino possibile all’immagine che abbiamo di lui e il suo racconto, ovvero un flusso ininterrotto, se non dai lunghi sorsi di vino, di parole, domande, riflessioni… 
Uno spettacolo pensato ed ideato da Massimiliano Loizzi, qui autore ed interprete, per essere rappresentato ovunque, in qualunque luogo, un incastro fra il luogo, il tempo e il pubblico, in cui tutto avviene nel momento in cui avviene. 
Un monologo musicale accompagnato da Abramo Maiorani che con la fisarmonica più di altri riesce a rendere quelle sensazioni di vicino e popolare, cui sempre Ciampi tendeva nei suoi versi, un lavoro che al suo quarto anno di rappresentazioni ha raccolto unanime riscontro di pubblico e critica. Un lavoro che volutamente non ha timore di sfondare la quarta parete ed anzi fa della sua energica improvvisazione e della comicità provocatoria una ragion d'essere, che ha creato un personale lavoro di ricerca proprio in quella dimensione metateatrale e priva di connotazioni che lo caratterizza, una serenata al contrario, ubriaca e pazza, una folle preghiera d’amore, "..è un miserere per me e per te che non abbiamo mai capito che dovevamo difenderci, perché quando gli uomini sono scemi, gli uomini sono nemici…”. Lo spettacolo ha inizio con una lunga attesa: l’attore è seduto al cento di una scena vuota e nuda, aspetta in silenzio, accanto a lui il solo fisarmonicista. Aspetta sin quando una voce, un rumore, un qualcosa lo smuova dal suo taciturno attendere, desti la sua attenzione : da lì le sue parole bisbigliate che rivelano i suoi perché, ed un susseguirsi ininterrotto di flussi di coscienza alterati ed ubriachi. La sua è un’attesa lunga anni, attesa di un amore perduto che non tornerà, destino di cui lui è a conoscenza, ma che si ostina ad ignorare, e ad aspettare, la sua è una storia d’amore che diviene pretesto per raccontarsi, parlare di sé, il suo rancore per una donna seduta tra la folla che lui addita ma che forse nemmeno c’è, è il rancore per la vita, che lo ha abbandonato, costretto a confessarsi ad occhi estranei e fugaci, rancore per un mondo vigliacco ma senza rimpianti . Un rancore stonato però senza aver mai voglia di perdere il gusto del ghigno, lo sberleffo, la sottile, ironica “presa per il culo” di chi ha davanti.

Costi

Ingresso € 7,00


organizzazione: Evoè!Teatro - Quartiere solidale