Mondi Sonori

Manifestazioni ed eventi

Mondi sonori, giunto alla sua quarta edizione, ha ormai definito una sua fisionomia, in cui sembra riconoscersi, consistente in alcuni spazi modulari ed altri fissi. Negli anni precedenti gli spazi modulari hanno consentito un trascorrere tematico assai interessante, dalla musica italiana del '900 (nella I edizione) a quella francese (nella II), al confronto tra Est e Ovest (nella III). Quest'anno questo spazio è impegnato dal tema della MEDITERRANEITA'. Ci si chiede, attraverso una varia proposta di opere musicali significative, se esista una cifra della mediterraneità, valori condivisi che consentano di parlare di un comune orizzonte di sensibilità e di protensioni, che ci raggiunge in termini musicali.
La risposta è nel festival, dove sono a confronto opere diverse, di autori che provengono da luoghi geografici riferibili all'ambito Mediterraneo. Opere che, se presentano motivi di accostamento, evidenziano anche differenze notevoli. Il Mediterraneo, come tutti i concetti profondi e articolati, è un luogo di complessità, e come tale va trattato, quindi come qualcosa di non riducibile a termini semplici, ma da curare nella sua varia florescenza.
Abbiamo Mompou, ad esempio, autore di rara eleganza nel trattamento formale e timbrico, concentrato a valorizzare ogni particolare oltre che l'arco compositivo, così che s'ha l'impressione, infine, di un tempo che non trascorre discorsivamente, ma si ferma all'evento singolo, sospeso, quasi disincarnato, in una temporalità fattasi vuota, silente. Abbiamo Messiaen, esplosione di vitalità timbrica, un suono sgargiante, che s'apre alla vita, turgido di voglia di espandersi, di incontrare l'altro, di unirsi al diverso e mescolarsi; tutta un'ornitologia sonora e una metallurgia timbrica ci sorprendono e ci esaltano, con i loro voli fantastici, con le loro risonanze così oggettive e poco sfumate. Abbiamo gli italiani, che per certo tempo (soprattutto nella prima parte del secolo XX), hanno molto riflettuto sul concetto di mediterraneità, ritenendo di poterlo affermare in una musica concentrata su di sé, attenta soprattutto al piano formale: una musica sobria, volutamente poco espressiva, a volte risolta in una ritmica massimamente incisiva, che esalta il senso della musica come gioco sottile, di materiali lineari fortemente profilati, scevri da ogni sentimentalismo. Il carattere mediterraneo, latino, italiano, per autori come Casella, Liviabella, Margola, e per certi versi anche Bucchi, è naturalmente votato ad esaltare la limpidezza delle forme, gli equilibri delle architetture: non l'esplosione di un io debordante, ma il controllo di questo, e la sua dissoluzione in nome di un ideale più alto, quello di un'arte che è equilibrio, trasparenza, esposizione di sé come qualcosa di oggettivo, che a null'altro rinvia che a sé, alla propria presenza di oggetto artistico, quasi manufatto. Anche Poulenc, mentore Cocteau, ambiva a questo tipo di musica quasi oggettiva, che si risolve in una dimensione lineare, volutamente deprivata di profondità, solare perché rifiuta l'ombra, il gioco prospettico, ed è fatta di aperture orizzontali, di luce piena, di mezzogiorno; non crepuscolo, non notturni. ..
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http://www.geocities.com/mondisonori/page50.html


organizzazione: Conservatorio di Trento Dipartimento di Musica Contemporanea Comune di Trento Servizio Cultura