Narrazioni Contemporanee 2

Mostra

Visto il grande successo della mostra Narrazioni contemporanee del giapponese Yuji Hiratsuka, che si è tenuta lo scorso maggio sempre allo Spazio FoyEr di Trento, viene ora riproposta una nuova esposizione ma con opere di grandi dimensioni. Vincitore del Festival internazionale di incisione 2021, questo artista si distingue senza dubbio per le vivaci stampe su carta giapponese, la precisa e sapiente tecnica capace di mettere in dialogo il bianco e il nero con un’ampia gamma di colori. È possibile dunque tornare ad apprezzare i suoi lavori nella mostra Narrazioni contemporanee 2 allo Spazio Foyer di Trento dal 26 settembre al 7 ottobre.
Se a un primo sguardo le sue acqueforti portano alla mente le tradizionali stampe giapponesi per quanto riguarda la maniera e i vivi colori utilizzati, allo stesso tempo richiamano con evidenza riferimenti alla contemporaneità. Sono opere che raffigurano ad esempio telecomandi, smartphone, confezioni di noodles come pure scarpe dai tacchi a spillo, come in I Still Can read Your Face (2020), dove un'elegante figura di donna in kimono è colta durante una partita a carte con una ragazza in abiti moderni.
I suoi soggetti, prevalentemente femminili e mescolati ad elementi naturali, sono carichi di riferimenti metaforici. «Sebbene i miei lavori siano considerati semplici rappresentazioni, mi interessano di più gli aspetti simbolici che le realistiche evidenze fisiche» spiega Yuji Hiratsuka. Il corpo umano è parte di un tutto assieme agli altri elementi come indumenti, oggetti d’arredamento, frutta, vegetali, animali. Lo si comprende osservando Vegetarists (2009) o Beet Meets Meat (2011), un titolo La barbabietola incontra la carne (2011) davvero intrigante. In Devonian pictoresque (2014) piante, semi, fiori e rami di corallo richiamano invece alla storia della terra.
Importante per l’artista è riuscire a trasferire sulla carta i diversi aspetti delle condizioni e delle emozioni umane. È per questo che le sue figure enigmatiche esprimono ironia, satira, capriccio, ira, paradosso, tristezza, frammenti comuni di vita. Ad esempio Breath of Mercy (2020) le cui trasparenze richiamano il respiro di un angelo.
La sua è una tecnica che richiede estrema pazienza e precisione: i vivaci e numerosi colori che utilizza necessitano infatti di diverse matrici, anche fino a cinque per un lavoro. «Cerco sempre di indagare il massimo potenziale a mia disposizione come incisore» spiega Yuji Hiratsuka, perché è proprio nella tecnica che si basa l’interesse dell’artista, attento a indagarne ogni massimo potenziale per poi farsi sorprendere dal risultato finale.

Yuji Hiratsuka nasce a Osaka, Giappone. Si forma presso la Tokyo Gakugei University specializzandosi nell’arte dell’incisione alla Mexico State University (MA) e all’Indiana University (MFA). Professore di incisione presso la Oregon State University, espone dal 1992 ricevendo numerosi premi internazionali.
Alcune delle sue opere sono presenti in collezioni esposte al British Museum di Londra, al Tokyo Central Museum, al Panstwowe Museum in Polonia, presso la House of Humor and Satire in Bulgaria, al Cincinnati Art Museum, presso il Cleveland Museum nell'Ohio e il Portland Art Museum dell’Oregon, alla New York Public Library, alla Library of Congress e The Smithsonian’s Museum of Asian Art di Washington.