Non Chiamatemi Morbo

Mostra

Dopo due anni dal suo primo debutto in Trentino, torna nella città di Rovereto la mostra fotografica parlante Non Chiamatemi Morbo. In programma all’Urban Center della città dal 21 settembre al 2 ottobre, l’esposizione sarà aperta al pubblico dal mercoledì al venerdì con orario 15-19 e nel weekend con orario 10-12 e 15-19.
Ideata dalla Confederazione Parkinson Italia e promossa sul territorio locale dall’Associazione Parkinson Trento ODV, la mostra è il risultato di oltre un anno di studio e ricerca del fotografo Giovanni Diffidenti. Sono infatti più di 40 gli scatti realizzati da questo professionista e scelti per raccontare, in una perfetta combinazione tra intima quotidianità e potere evocativo dell’immagine, le storie di resistenza di diverse decine di persone con Parkinson, tra i quali anche alcuni volti noti come il giornalista Vincenzo Mollica e lo scienziato Edoardo Boncinelli.
A rendere ancora più intenso e coinvolgente lo storytelling offerto dall’esposizione, anche la possibilità di ascoltare le voci di Lella Costa e Claudio Bisio interpretare in prima persona la malattia nei panni di Mrs. e Mr. Parkinson.
Basterà infatti scaricare una App gratuita, indossare un paio di auricolari e inquadrare con il proprio smartphone i QRCode abbinati a ciascuno scatto, per vivere in maniera ancora più immersiva l’esperienza di Non Chiamatemi Morbo, entrando in punta di piedi nelle vite dei soggetti protagonisti e avvicinarsi con discrezione alle diverse strategie di resilienza da loro adottate.
L’APERTURA DELLA MOSTRA
È stato programmato per mercoledì 21 settembre, alle ore 15.00, presso l’Urban Center di Rovereto, l’evento inaugurale della mostra Non Chiamatemi Morbo. Aperto a soci, istituzioni, addetti stampa e cittadinanza, l’appuntamento è stato pensato come un’occasione per presentare i contenuti dell’esposizione, ma anche per attivare un interessante dibattito sul tema della telemedicina in relazione alla malattia di Parkinson.
La telemedicina, intesa come il ramo dell’e-health che impiega le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per innovare i tradizionali metodi di visita medica e terapia, è oggi ampiamente riconosciuta come un’alternativa diagnostica e soprattutto terapeutica anche per la malattia di Parkinson. “Se consideriamo che la telemedicina permette di assistere e monitorare i pazienti con il solo utilizzo delle tecnologie digital e senza limiti di tempo o di spazio, è facile comprenderne subito l’estremo valore per il Trentino e non solo. – ha commentato la Presidente dell’Associazione Parkinson Trento ODV, Andreanna Bayr – In particolare, per l’apertura della mostra di Rovereto siamo riusciti a coinvolgere diverse personalità autorevoli in materia tra rappresentanti politici e scientifici: la nostra idea è quella di favorire una discussione sul tema che incentivi lo sviluppo della telemedicina a livello locale. Siamo infatti convinti che questa tecnica possa aiutarci a essere sempre più vicini e con una sempre maggiore regolarità alle persone con Parkinson e alle loro famiglie”.