Oh Boy!

Teatro

Il teatro delle quisquilie
Oh Boy!
tratto dall’omonimo romanzo di Marie-Aude Murail
con Massimo Lazzeri (ore 19)/Klaus Saccardo (ore 21)
adattamento e regia di Massimo Lazzeri
luci e scene di Andrea Coppi

“Non è facile entrare in contatto con gli adolescenti: il razzismo, l’omofobia, il sessismo possono insinuarsi in loro come una cisti, spesso per paura dell’Altro, della sua non-conformità e anche per una paura celata di essere loro stessi non-conformi. Come si fa a lottare contro questa paura? Col riso, con un riso benevolo che fa abbassare la guardia”.
(Marie-Aude Murail in un’intervista a Carla Poesio)

I fenomeni del disagio giovanile emergono sempre più nella società contemporanea, situazioni che vedono spesso gli adolescenti combattere soli contro disagi profondi.

In questo contesto è facile comprendere l’importanza che riveste la capacità di creare un dialogo con i ragazzi sui temi del rispetto delle differenze, dell’accoglienza e della legalità attraverso interventi educativi e culturali, nell’ottica di prevenire ogni forma di discriminazione a sfondo razziale, di genere, per motivi religiosi, per orientamento sessuale, per età o disabilità.

 

La compagnia “Il teatro delle quisquilie” vede nel teatro un fondamentale strumento di comunicazione capace di creare un ponte tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti, coinvolgendo entrambi nella costruzione di nuove forme di dialogo affrontando temi complessi quali quelli dei diritti delle persone e delle pari opportunità per tutti. La compagnia si propone di aprire nuovi spazi di riflessione sulle diverse problematiche attraverso il confronto e la condivisione con coetanei e adulti.

 

Lo spettacolo “Oh boy!” si ispira all’omonimo romanzo di Marie-Aude Murail e affronta in modo approfondito il tema della fratellanza e del diritto per ogni individuo di vivere i propri affetti e di avere una famiglia. I protagonisti sono tre fratelli rimasti orfani e quindi destinati ad essere affidati in custodia a nuovi tutori. Tuttavia i tre fratelli, seppur possiedano caratteri diversissimi, sono inseparabili e questo complica ancor di più la ricerca di una famiglia disposta ad accoglierli.

Grazie al lavoro di un’assistente sociale, spunta una nuova possibilità: un lontanissimo fratellastro, Bart, un ragazzo irresponsabile, superficiale, inaffidabile e disinteressato ai problemi del mondo, che sbandiera la propria omosessualità in maniera esagerata e non sembra per nulla adatto al ruolo di tutore. Sarà invece proprio lui a stravolgere gli eventi nel momento in cui Siméon scoprirà che i suoi strani disturbi non sono sintomi d’influenza, ma di una malattia ben più drammatica.

L’autrice tratteggia un personaggio, Bart appunto, che è spassoso, fa ridere di lui e con lui e che, attraverso una serie di “prove” che la vita gli pone dinanzi, evolve e matura, rivelando una sensibilità inaspettata.

 

Attraverso una scenografia costituita da pochi oggetti di scena, la lettura-spettacolo ripropone la storia di questi tre ragazzi. Le musiche e le luci di scena definiscono ambienti e situazioni che coinvolgono il pubblico, creando un’atmosfera di “famiglia allargata”, lasciando il tempo necessario per dare vita ad uno spazio pensato appositamente per i ragazzi e per le loro parole


organizzazione: Teatro delle Quisquilie