Omaggio a Depero dalla sua valle

A cura di Marcello Nebl e Maurizio Scudiero

Mostra

Ritornare nella mia terra, al paese dove sono nato, dove ho respirato i primi dieci anni della mia vita, fra pini e larici, dove ho respirato lampio orizzonte del vostro alto pianoro;

Ritornare a vedere prati, campi, boschi e strade (anche se trasformate) che furono i primi miei maestri naturali, saturi di succhi balsamici che mantengono il corpo duro come le rocce e lo spirito limpido e diamantino come le vette.

Ritornare in questo stupendo nido che mi ha insegnato il primo linguaggio del vivere e dellapprendere, potete facilmente immaginare, voi tutti che della vita ne sapete qualche cosa, come sinceramente mi senta emozionato.

Il mio giro per il mondo, i contatti, le lotte, le salite e le discese, le amarezze, le delusioni, le riprese e le vittorie...»

Fortunato Depero, 1932

Questa lettera inedita scritta da Fortunato Depero (Fondo, 1892 - Rovereto, 1960) nel 1932 è il punto di partenza della mostra ospitata al Palazzo Assessorile di Cles.

L’esposizione racconta la storia e l’arte del grande artista attraverso rari documenti, cataloghi originali, manifesti delle mostre, manifesti pubblicitari, pubblicazioni d’epoca, libri d’artista e opere originali provenienti principalmente da collezioni trentine.

In collaborazione con le grandi mostre “Depero new Depero” a cura di Nicoletta Boschiero ospitata al Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e  “Depero: dalla Casa d’Arte Futurista alla Futurist House” a cura di Maurizio Scudiero ospitata alla Casa Museo Depero di Rovereto, l’esposizione clesiana persegue l'intento di omaggiare uno dei personaggi più illustri nati in Val di Non soffermandosi sui legami tra Depero e la sua valle natia.

Curata da Marcello Nebl e Maurizio Scudiero, l’esposizione racconta questo legame attraverso due diversi canali che corrono paralleli all’interno dell’allestimento.

Il primo è rappresentato dai ricordi di Depero legati all’infanzia e dalla descrizione del rapporto con il paesaggio anaune, raccolti in rare lettere manoscritte.

Il secondo canale presenta l’attività multiforme di Depero tramite l’esposizione di opere originali e pubblicazioni d’epoca provenienti da collezioni presenti principalmente in Val di Non e in Trentino.

L’origine nonesa dell’artista ha alimentato un particolare interesse collezionistico in valle che si è sviluppato anche in forme estremamente peculiari, come nel caso della collezione prettamente bibliografica creata dal clesiano Ferruccio Mascotti.

Quest’ultimo, in oltre cinquant’anni di intensa attività collezionistica, ha raccolto centinaia di opere a stampa legate a Depero: dai documenti ai cataloghi originali, dai manifesti delle mostre ai manifesti pubblicitari, dalle cartoline ai libri d’artista.

L’insieme di queste fonti documentarie esposte in mostra dialoga direttamente con bozzetti, arazzi ed importanti opere pittoriche originali provenienti da collezioni pubbliche e private, permettendo così al visitatore di approfondire la figura di un artista poliedrico divenuto uno dei protagonisti dell’arte italiana della prima metà del Novecento.

Il percorso della mostra segue un profilo cronologico, affrontando le principali fasi della lunga esperienza artistica e creativa di Fortunato Depero.

Al pianterreno di Palazzo Assessorile la prima sezione descrive la partenza dalla valle in giovane età e l’arrivo a Rovereto, dove l’artista frequenta la Scuola Reale Elisabettina assorbendo inizialmente influenze mitteleuropee. La seconda sezione racconta il primo avvicinamento ai profumi delle novità futuriste, il  conseguente trasferimento a Roma e l’adesione al movimento sul finire del 1914 grazie all’interessamento di Giacomo Balla: in mostra, fra le varie opere, un acquerello su carta del 1914 con un dinamico Zappatore e un carboncino su carta del 1917 con una Ballerina futur-espressionista.

Il primo piano del palazzo accoglie il visitatore con un approfondimento sulle sperimentazioni che hanno caratterizzato la ricerca di Depero dal 1917 al 1920, influenzata dall’amicizia e frequentazione di Gilbert Clavel: la sezione si apre con l’esposizione di rare cartoline con interventi autografi, passando per un collage del 1916 con lo studio di un costume per "Il canto dell'usignolo" di Stravinsky, oli su tela e arazzi del periodo caprese, per arrivare al variopinto tamburo in legno incurvato dipinto a olio nel 1918 da Fortunato Depero per essere utilizzato con funzione promozionale in prossimità del Teatro dei Piccoli, in Palazzo Odescalchi a Roma.

La sezione più corposa in mostra, nella quale le fonti documentarie dialogano in maniera stretta e continua con bozzetti, collage, disegni ed arazzi, è dedicata agli anni Venti e all’intensa e prorompente attività pubblicitaria di Depero: fra le opere vari studi di manifesto per Campari (provenienti dall’Archivio Galleria Campari di Sesto San Giovanni), Cicli Legnano, Strega, Cioccolato Fago, le copertine per La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia dal 1925 al 1928 e il celebre Depero futurista 1913-1927, altrimenti noto come “libro bullonato”, libro-oggetto ideato per autocelebrare quindici anni di attività artistica nel Futurismo, fornito di un’originale legatura ideata dall’amico ed editore Fedele Azari.

Una sala del Palazzo racconta la lunga e creativa esperienza newyorkese iniziata nel 1928, con l’esposizione di tavole parolibere onomatopeiche, di bozzetti per la rivista Vogue e dell’opera Big Sale (1930), summa pittorica dell’umanità incontrata a New York che ritrae uno scorcio del mercato di Bleecker Street con bancarelle e lustrascarpe “in gibus”, eleganti come business-men.

La sezione dedicata agli anni Trenta descrive quello che Maurizio Scudiero chiama il “ritorno alla concretezza”: New York, con i suoi alti grattacieli e le strade trafficate, ma anche con con la sua miseria malcelata, gli aveva mostrato un volto diverso rispetto alla modernità che i futuristi italiani avevano sempre sognato

 Depero, tornato quindi a Rovereto, ritrova il contatto con la realtà, con i valori della terra e della famiglia: ritorna alla pittura mutando gradatamente le tematiche e passando dalle luci della metropoli ai villaggi montani, dalle tranvie sotterranee ai racconti di vita rustica. La sezione affianca quindi alle ultime grafiche pubblicitarie grandi oli su tela a tema alpestre, come Animali da cortile del 1936 ed Elasticità di gatti del 1939.

La mostra di Palazzo Assessorile si conclude con l’ultimo percorso di Depero, iniziato nel dopoguerra e conclusosi con la morte nel 1960; un percorso disseminato da un lato di difficoltà e amarezze, come nel caso della seconda sventurata avventura americana e dall’altro da una volontà di riscatto, rappresentata dagli sforzi per creare un proprio museo e dagli ultimi capolavori grafici e pittorici. Disegni a matita e china come Innaffiatori delle strade di New York del 1942, Aratura a New Milford del 1948 e importanti oli come Rito e splendori d’osteria del 1944, Tornio e telaio del 1949 e Iride nucleare di gallo del 1950, testimoniano la forza espressiva e la mirabile inventiva di un artista che ha operato strenuamente per portare l’arte nel quotidiano riuscendo ad influenzare la pittura, il design e la grafica pubblicitaria fino ai nostri giorni.

Costi

Ingresso gratuito