Personale di Matteo Boato: Agorà

39° esposizione aula San Giovanni Cattedrale di San Vigilio Trento

Mostra

"Cromie vivaci e pulsanti raccontano la vita delle sue ormai celebri “case danzanti”… al contrario, un delicato, raffinato bi-cromatismo fortemente ispirato alla formazione tecnico-urbanistica dell’artista narra la storia racchiusa in antiche cattedrali, testimoni, ancor oggi di mille vite vissute, dell’intrecciarsi di relazioni, pensieri e ricordi stratificatisi per secoli al loro interno e nello spazio prospiciente, la piazza o, alla greca “agorà”, il cuore pulsante di ogni vita cittadina.

L’interesse per la complessità di ogni esistenza, l’importanza e vitalità delle relazioni e l’attenzione per le tracce di un passato prezioso o semplicemente, intensamente vissuto, sono infatti i cardini su cui ruota da molti anni la profonda e continua ricerca creativa di Matteo Boato, ingegnere e pittore. Affascinato da un sentire chiaramente espressionista e, come detto, indubbiamente influenzato da una visione professionale, l’artista trentino, pur esorcizzando con la pittura
le sue inquietudini esistenziali, ha maturato nel tempo un linguaggio pittorico del tutto originale e connotativo in cui curiosità, freschezza e fantasia sono gli innegabili protagonisti. Nascono cosi le note e apprezzate visioni aeree di
Boato che, sin dai suoi primi lavori, propone una ricostruzione assolutamente originale del territorio e degli agglomerati urbani, focalizzandosi talvolta su alcuni dettagli che, amplificati, si trasformano in elementi compositivi di una pittura al limite dell’astrazione. Lenta e laboriosa è la fattiva realizzazione di ogni lavoro dell’artista che, dopo aver abbozzato in loco un iniziale schizzo e rapide note sul soggetto rappresentato, si dedica nel suo atelier alla complessa fase di  progettazione del dipinto. Quindi, la stesura del colore ad olio, materiale brillante e corposo, tangibile anche nella sua fisicità ed ostile al pittore per i lunghi tempi di asciugatura che richiedono paziente, vigile, attesa.

Se per alcune tematiche e soprattutto in alcuni cicli pittorici Boato sceglie i pastelli ad olio su carta o l’acquerello, peculiare della sua possente tecnica esecutiva è la pittura ad olio che permette all’artista di esprimere il suo personale linguaggio in tutta l’esuberante creatività. Un olio magistralmente modulato a seconda delle esigenze narrative ed emotive di Boato, più fluido nella mera descrizione di antiche o amate architetture, più materico qualora le stesse vengano intese come custodi di vite, come testimoni di segreti personali o familiari, di dolci o malinconici ricordi. L’olio coniugato alla grafite nei dipinti bi-cromatici dedicati alle piazze e alle cattedrali viene invece volutamente imposto sulla tela con grumi e colature che, traslati dal loro essere, simboleggiano presenze umane, ricordi di incontri e impalpabili emozioni che, pur legate ad un vissuto, lasciano traccia nell’etere e si imprimono nella memoria individuale e collettiva.

La mostra personale “Agorà”, con più di una ventina di dipinti realizzati da Boato in varia data, tocca centri e città conosciute e amate dal pittore trentino come Trento, Bolzano, Venezia, Trieste, Pisa, Firenze, Milano, Roma, Burano, Gubbio, Riga e il celebre Santuario di Santiago de Compostela, focalizzandosi, come detto, sull’interesse dell’artista trentino per i luoghi dell’incontro e dello scambio per eccellenza, le piazze, i luoghi laici dell’incontro, e le antiche cattedrali, da secoli luoghi di dialogo tra uomini e dell’uomo con il suo Creatore. 

La presentazione di Nicoletta Tamanini dalla brochure disponibile QUI in pdf