Popolare e colto

L’Europa musicale dopo la Grande Guerra

Incontri e convegni
Biblioteca di Trento - Sala degli affreschi [ www.bibcom.trento.it]

titolo dell'incontro: “Popolare e colto. L’Europa musicale dopo la Grande Guerra”

con Renato Morelli Fernando Orlandi

Tre monumentali ricerche sulla musica popolare attivate a cavallo del Novecento furono accomunate da uno stesso tragico destino: disperse in seguito a drammatici avvenimenti storici, vennero riscoperte solo dopo molti anni, pur lasciando tracce indelebili nella musica colta europea del primo dopoguerra. La prima risale al 1819, quando tutte le regioni dell'impero austriaco (Trentino compreso) vennero interessate dalla Sonnleithner-Sammlung, varata dalla Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna – della quale il barone Joseph von Sonnleithner era segretario – con il sostegno ufficiale dell’Imperatore Francesco I. Furono raccolte più di 2000 trascrizioni musicali che, in seguito ai successivi rivolgimenti politici, rimasero “sepolte” nell’oblio fino a quando vennero “riscoperte” per il centenario della Gesellschaft der Musikfreunde. Le stesse motivazioni della Sonnleithner-Sammlung furono alla base anche di un altro grande progetto, partorito dalla mente visionaria dell’arciduca Rodolfo d’Asburgo: l’enciclopedia Die Österreichisch-Ungarische Monarchie in Wort und Bild, interrotta bruscamente nel 1889 dopo il suicidio a Mayerling del principe ereditario, ma ripresa in seguito dal ministro Ritter von Hartel, che nel 1904 avviò ufficialmente la grande inchiesta Das Volkslied in Österreich.

A dirigere l’impresa fu chiamato Josef Pommer, che istituì una Arbeitsausschuß per ognuna delle 12 aree linguistico-nazionali dell’impero (dai ruteni ai moravi, dai serbo-croati agli sloveni, dai magiari ai ladini), chiamando a farne parte eminenti studiosi (ad esempio quella boema era diretta dal compositore Leoš Janáček). La Grande Guerra e il crollo dell’impero austro-ungarico interruppero bruscamente questo monumentale progetto. Dopo il suicidio di Pommer, quasi tutto il materiale raccolto andò disperso e fu “ritrovato” recentemente in circostanze fortunose. Nel Regno di Ungheria – l’altra “parte” dell’impero – ebbe luogo un’altrettanto monumentale ricerca, contemporanea e speculare a quella austriaca, attivata da Béla Bartók che raccolse circa 9500 melodie popolari. Anche per lui il dopoguerra fu devastante: l’avvento del nazional-socialismo lo costrinse a lasciare nel 1940 il suo paese, per trasferirsi in quell’America dove appena cinque anni dopo morirà di leucemia.

Dal dopoguerra ucraino emerge Moshe (Moisei) Beregovsky, ritenuto il padre dell’etnomusicologia ebraica in Russia. A capo del Gabinetto del folklore musicale ebraico dell’Istituto della cultura proletaria ebraica di Kiev, proseguì con difficoltà le sue ricerche, sotto forti pressioni ideologiche. Dopo l’attacco tedesco all’URSS, per lungo tempo si ritenne che fosse andato distrutto anche il suo prezioso archivio. Nel dopoguerra, Beregovsky fu vittima delle campagne antisemite dello stalinismo. Nel 1949 il Gabinetto del folklore musicale ebraico venne chiuso e molti dei suoi componenti caddero in disgrazia. L’anno successivo venne arrestato anche Beregovsky, nel 1951 deportato a Tayshet, nella Siberia sud-orientale. Rilasciato e poi “riabilitato” nel 1956, visse a Kiev fino alla sua morte, il 12 agosto 1962. Nel 1990, infine, il suo archivio venne ritrovato: non era andato distrutto come a lungo si era ritenuto. Alle ricerche di Beregovski sono ispirate alcune composizioni di Ernest Bloch.

L'incontro-dibattito avverrà nella "Sala degli Affreschi" della Biblioteca Comunale di via Roma a Trento.


organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO