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Punta Emma
di Mario Vanzo
Appunti teatrali e liriche dedicate a Toni Gross
Con Andrea Brunello e il Quartetto vocale Gaudioso Musicale

La montagna diventa metafora di un’umanità che cerca di sollevarsi dal suolo della mediocrità per raggiungere altitudini fatte di una consistenza diversa da quella materiale: “Liberiamo il Cristo dalla croce degli uomini”.
Lungo la salita diverse sono le tappe durante le quali Toni Gross offre allo spettatore l’occasione di riflettere sulla vita, la morte, l’arte e sulla trasmissione del sapere. Sono pillole di saggezza e frammenti di vita che con lo scorrere dello spettacolo vanno a costruire il profilo di un uomo che ha sempre fortemente creduto che il linguaggio artistico abbia un valore universale.
Tre cime bianche stilizzate accolgono il coro, come a voler dare voce alla montagna. Il coro, vestito di bianco, diventa parte integrante della scena, una sorta di lavagna su cui il disegno delle luci traccia i diversi stati d’animo che caratterizzano la salita di Toni Gross verso Punta Emma.
Gli attrezzi specifici per la salita, chiodi, martelli, moschettoni, scalette, etc., sono disseminati a terra dal narratore al fine di creare un ponte di intimità tra palco e pubblico: la lunga corda di canapa è il simbolo di questa connessione.

Ho scritto Punta Emma e il diario di Toni Gross (1932-2005) tutto d’un fiato, colpito e affascinato da questo grande artista che ha saputo tracciare un solco profondissimo nella storia dell’arte e dell’alpinismo della nostra terra.
Nello scavare nella profonda umanità di Toni Gross è affiorata la sua venerazione per la madre che nel diario compare in tutta la sua forza con la simbologia dell’acqua e della montagna. Il canto e le voci incantevoli del coro accompagnano con il loro fascino antico il narratore, che attraverso la metafora delle soste (nel gergo alpinistico le soste equivalgono a tiri di corda) scala Punta Emma, cima appartenente al gruppo del Catinaccio, raccontando con grande sensibilità ed intimismo la vita di insegnante e artista di Toni Gross.
Fortissimo scalatore, grande guida alpina, scultore incantevole Toni Gross aveva nell’insegnamento il suo tratto più vigoroso. La sua grande fisicità lo portava ad un insegnamento più pratico che teorico, era un acuto sostenitore del libero braccio cioè del gesto artistico guidato dall’istinto.
Toni Gross per simboleggiare tutti quegli artisti che hanno nella sintonia con la natura la loro ispirazione e, attraverso questo mio diario, un’esortazione a tutti quelli che non sono artisti, ma che si sentono creativi, di provarci sempre perché il tempo speso per la nostra anima non è mai tempo perso.
Il regista Mario Vanzo

Informazioni sulla prevendita

I biglietti saranno in distribuzione fino ad esaurimento (max. 2 biglietti a persona) a partire da giovedì 28 aprile