Presentazione del libro "Il silenzio dei vivi. All'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e resurrezione" di Elisa Springer
Nell'ambito delle manifestazioni organizzate per la "Giornata della Memoria", dedicata all'Olocausto che ha visto milioni di ebrei morire nei campi di sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà a Trento Elisa Springer per presentare il suo libro "Il silenzio dei vivi. All'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e resurrezione".
L'autrice ha descritto dopo mezzo secolo la sua tragica esperienza ad Auschwitz, dove fu deportata nel 1944, quando aveva 26 anni. Fu salvata dalla camera a gas e visse la grande tragedia che segnò la storia.
Saranno gli stessi studenti a presentare la scrittrice. Si tratta di Francesca Lapiana (Liceo scientifico Da Vinci), Matteo Cavagna (ITIS Buonarroti), Elisa Cornacchia (Liceo Socio-Psico-Pedagogico Rosmini) e Paolo Caroli (Liceo Classico Prati), che affronteranno la delicata problematica legata alla Shoah.
I lavori saranno introdotti dal consigliere provinciale Vincenzo Passerini.
Elisa Springer nasce a Vienna nel 1918 da una famiglia di commercianti ebrei. Con le persecuzioni ebraiche in Austria, Elisa decide di rifugiarsi in Italia, dove si trasferisce nel 1940. Denunciata alle SS da una donna italiana, viene arrestata e deportata ad Auschwitz, "deserto di morte senza speranza". All'età di ventisei anni, Elisa vive le atrocità del regime nazista, cominciando un raccapricciante cammino verso la spersonalizzazione, vittima di un mondo che "stava perdendo il suo io, il suo Dio". Tuttavia la forza fisica e spirituale della donna ne rivelano una capacità di resistenza straordinaria, un bisogno incontenibile di credere ancora nella vita, nonostante il supplizio di quei giorni. Elisa sopravvive e costruisce una nuova vita in Italia. Come molti altri reduci dai campi di sterminio, vive, decide di soffocare il suo dolore nel silenzio: per paura di non essere accettata nasconde sotto un cerotto il marchio tatuato nel campo di Auschwitz sull'avambraccio sinistro. La paura di sentirsi diversa, osservata da chi, non potendo comprendere a pieno il significato di quell'esperienza, rispondeva con scherno e indifferenza, la portano a tacere fino a che Silvio, il figlio di vent'anni, volendo capire il passato della madre, la interroga cercando verità fino ad allora represse. Elisa decide così, all'età di settantotto anni, di parlare "per non dimenticare a quali aberrazioni può condurre l'odio razziale e l'intolleranza, non il rito del ricordo, ma la cultura della memoria". Il racconto dei giorni trascorsi nei lager, redatto in italiano, non solo rende giustizia ai martiri che ne fecero esperienza, non solo permette a Elisa di riacquistare un'identità celata ormai da cinquant'anni, ma parla anche alla coscienza di ogni suo lettore. Inno alla forza della vita, le parole di questa donna non lasciano spazio all'incredulità e all'indifferenza; lucido ricordo di una vita dominata dal silenzio, il libro di Elisa Springer diventa testimonianza di un passato, anche italiano, da non rimuovere.