Proiezioni TrentoFilmFestival

Cinema

59° TrentoFilmFestival
Proiezioni

15.30
Cielo senza terra
Giovanni Maderna | 125, Italia, 2010
Un giovane padre e suo figlio di otto anni camminano in montagna. Il loro percorso, le notti in tenda, la vita all’aria aperta diventano occasioni di intimità e dialogo. Nelle loro parole emerge il rapporto con la famiglia, l’amore, la città che il padre ha lasciato, la natura che li circonda. L’infanzia, il desiderio di conoscere e di crescere si confrontano con le inquietudini della vita adulta. Mentre il cammino prosegue, tra incontri e scoperte possibili in una natura sempre più presente, padre e figlio si mettono in relazione con altre vicende che sembrano affiorare dal passato o riportarli repentinamente alla realtà quotidiana della città, laggiù in fondo alla pianura: l’occupazione di una fabbrica a Milano ed il racconto delle disavventure di un produttore musicale negli anni Settanta.

18.00
Rock.X
Angelo Poli | 24, Italia, 2011
Documentario che racconta il viaggio da Milano alla Val di Mello di due arrampicatori contemporanei, metropolitani e amanti del boulder, e il loro legame con la roccia, in particolare quella dei blocchi di granito. Enrico Baistrocchi e Davide Mardegan cercano di trasmettere la loro visione dell’arrampicata sui sassi, della ricerca del movimento estetico al di là della difficoltà tecnica. Ne emerge un ritratto delle nuove generazioni di scalatori, del loro mondo diverso ma al tempo stesso vicino alla storia dell’alpinismo.

Nouvelle vague
Yannick Boissenot | 41, Francia, 2010
Primo film interamente dedicato allo Street climbing che offre una serie di adrenaliniche immagini di scalata metropolitana tra le vie di Ginevra. L'idea è quella di riunire i migliori arrampicatori nella loro disciplina preferita (blocchi, roccia, big wall, arrampicata tradizionale) e confrontarli con l’arrampicata sulle infrastrutture urbane. Alain Robert è il capo storico di questo manipolo di esagitati che sanno trovare anche nei vicoli più anonimi uno spazio adatto per dare sfogo alla loro creatività verticale. Accanto a lui troviamo, fra gli altri, Giovanni Quirici, Loic Gaidioz, Liv Sansoz ed Elie Chevieux.

Crackoholic
Jonas Paulsson, Mikael Widerberg | 29, Svezia, 2010
Sulla costa occidentale della Svezia, nella parte settentrionale della contea di Bohuslän, si trova una delle più belle e sconosciute zone d'arrampicata d'Europa, ricca di pareti di granito, diedri e fessure taglienti. Utilizzando anche immagini di repertorio di Leo Houlding e Neil Gresham, il film ripercorre la storia di questo paradiso degli arrampicatori: dai primi climber con la bandana degli anni Settanta, agli atleti che oggi allargano sempre più i confini di questa disciplina, e si sofferma sulle motivazioni che spingono queste persone a confrontarsi costantemente con i pericoli della natura.

20.00
Happy people - A year in the Taiga
Dmitry Vasyukov | 94, Germania, 2010
La storia è incentrata sulla vita della popolazione indigena del villaggio di Bakhtia, situato sulle rive del fiume Yenisei nel cuore della Taiga siberiana. Ci sono solo due modi per raggiungere questo posto: in elicottero o in barca. Qui, nel profondo di questa landa desolata, non c'è un telefono a disposizione, né acqua corrente o assistenza medica. Il documentario segue le vicende dei protagonisti nel villaggio per un periodo di un anno. La loro routine quotidiana è rimasta pressoché invariata nel corso degli ultimi secoli: continuano a vivere e a cacciare secondo le loro antiche tradizioni.

22.00
Per questi stretti morire
Isabella Sandri, Giuseppe Gaudino | 94, Italia, 2010
Un'arbitraria reinvenzione della vita e delle opere dell’esploratore, cineasta e fotografo Alberto Maria De Agostini (1883-1960), segnata dall'ostinazione, dall’eccesso e dai patimenti. Partito come missionario a 26 anni da un paesino del Piemonte, raggiunse nel 1910 la Patagonia e la Terra del Fuoco. Scalò montagne, scoprì fiordi ed esplorò ghiacciai dando loro i nomi. Di fronte allo struggimento e al dolore della scomparsa degli ultimi Indios non seppe usare altre parole che quelle impressionate sulle sue lastre fotografiche o sui fotogrammi del suo film ‘Terre Magellaniche’. Tutto questo finisce in un immaginario e caotico magazzino della memoria, in mezzo a tristi residui accatastati della "civiltà dei bianchi", dove due ragazzi frugano alla ricerca di tracce di De Agostini. Gli Indios, fantasmi ancora presenti, gli faranno compagnia nel ricordare il loro assassinio e quelli di una natura e di una terra derubate dai colonizzatori.

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