Proiezioni TrentoFilmFestival
TrentoFilmFestival
Proiezioni
15.00
I giardini della memoria
Claudio Redolfi, 16, Italia, 2011
Nel corso del primo conflitto mondiale, dal 1914 al 1918, milioni di cittadini di tutta Europa furono spediti sui fronti di quella che sarebbe diventata la più sanguinosa delle guerre. Alla fine del conflitto più di nove milioni di soldati persero la vita. Tra di loro quasi dodicimila furono i trentini, morti indossando l'uniforme del l'esercito austro-ungarico per la gran parte. È a quei giovani morti caduti sul fronte orientale, lontano dalle loro montagne e dimenticati per decenni dalla storia ufficiale che questo film ricorda visitando oggi alcuni dei numerosi cimiteri ancora conservati in quella che fu la Galizia, oggi divisa tra Ucraina e Polonia, dove croci con nomi trentini sono accanto a croci con nomi provenienti da molte altre nazionalità appartenenti al grande impero scomparso.
Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alla Cultura, Rapporti Europei e Cooperazione presenta:
Dolomia Art
Giorgio Nicolodi, 50, Italia, 2012
E il ritratto di 15 artisti, per lo più trentini, che collocano le loro opere sul sentiero che nel gruppo del Catinaccio in Val di Fassa dal rifugio Gardeccia arriva al rifugio Principe. Gli artisti vengono seguiti mentre lavorano nei propri laboratori fino al momento della posa delle loro opere lungo il tracciato. Un modo di portare l'arte in montagna per farla convivere assieme con l'ambiente alpino dolomitico.
17.00
Echoes
Ivalo Frank, 24, Groenlandia, 2010
Una piccola isola della Groenlandia, posta strategicamente fra America ed Europa: durante la seconda guerra mondiale è stata logisticamente importante per rifornire le truppe alleate, mentre durante i lunghi anni della Guerra Fredda è stata un bastione di osservazione, attraverso una rete di stazioni radar, dei movimenti e delle possibili iniziative di aggressione dell'Unione Sovietica. Di questa stagione durata più di quarant'anni rimangono residuati arrugginiti abbandonati e scheletri di edifici e di macchinari mai recuperati. Sull'isola, scarsamente popolata, vivono, ormai vecchi, Anna, che sull'isola è nata e vi ha quasi sempre vissuto, e suo marito, un americano giunto per lavoro e presto ambientatosi senza rimpianti. La loro è una solida storia d'amore tra due persone apparentemente diversissime in un ambiente isolato, dagli inverni estenuanti e dalle estati brevi, circondato da una natura mozzafiato. La colonna sonora del documentario è stata registrata all'interno di quella che fu una zona militare e riporta i suoni, le strutture e i colori di un paesaggio particolarmente variegato.
Der weisse Schatz und die Salzarbeiter von Caquena
Eva Katharina Buehler, 52, Germania, 2011
"Credo che i Gringos abbiano iniziato con il litio laggiù". Don Rosauro, che lavora per estrarre il sale per conto della Salar de Uyuni in Bolivia è nel mezzo di un bianco deserto senza fine mentre indica una macchia nera all'orizzonte. Per intere generazioni i dipendenti della Aymara Indians hanno lavorato come minatori in questo luogo, il più grande deserto di sale del mondo a 3.670 metri sopra il livello del mare. Ora si è scoperto che sotto la ruvida bianca superficie del lago salato si trova la più grande quantità di litio del pianeta. Il litio è considerato la risorsa del futuro, viene usato per la fabbricazione dei telefoni cellulari e degli attuali computer portatili. Immensi quantitativi di litio sono necessari per produrre le batterie ad alta potenzialità per i futuri motori elettrici per le automobili. Proprio accanto a questo deserto di sale Daniel Lopez e la sua famiglia vivono secondo lo stile di vita tradizionale del villaggio di Caquena. Come è mutato il loro microcosmo da quando è stato raggiunto dagli interessi della globalizzazione? Il documentario unisce due generazioni: il quattordicenne Daniel e il suo compagno di scuola nel villaggio con i loro padri estraggono il sale dal lago e nel frattempo colgono i i primi segni dei futuri cambiamenti. È il momento cruciale di passaggio in cui il silenzio precede la tempesta, in cui la cultura della gente del villaggio inizia a essere toccata dall'alba della globalizzazione. "Che cosa arriverà con il litio? Come trasformerà la realtà della gente di Caquena?": si chiede la moglie del sindaco e alza il suo sguardo verso il futuro.
21.00
The Road is Closed
Vahid Hajiooi, 23, Iran, 2011
Mentre cercano di trasportare con un automezzo un nuovo pulpito di legno in un villaggio di montagna quattro uomini di mezza età vengono fermati dalla polizia ad un posto di blocco: la strada è stata chiusa a causa di una abbondante nevicata ancora in corso. Ma il notabile del villaggio che ha ordinato il pulpito ha urgenza di arrivare per una importante festività religiosa (non vuole sfigurare con i compaesani) e convince gli altri tre a prendere una strada secondaria. L'automezzo inizialmente prosegue con difficoltà nella tormenta sempre più fitta, resta poi immobilizzato nella neve. I quattro uomini si ritrovano così in mezzo alle montagne ghiacciate prigionieri di una tempesta di neve e disperano di salvarsi. Proprio quando stanno per prendere una decisione cruciale, bruciare il pulpito per scaldarsi e sopravvivere, accade qualcosa di inaspettato, forse un miracolo.
Lorogenesi
Caldwell Lever, 53, Italia, 2011
Le valli e i monti delle Alpi e degli Appennini fanno da cornice a questa rappresentazione poetica di miti e leggende che attraversano la storia dall'epoca romana al Medioevo. Con una eccezionale combinazione di cinema e opera letteraria in dieci atti si raccontano le origini della penisola italiana e della sua civiltà. La voce narrante è quella del celebre attore Giorgio Albertazzi, accompagnata dalla musica di Claudio Monteverdi, che propone anche i versi di alcuni tra i più grandi poeti d'Italia innestandoli nella trama della personale odissea di un uomo in viaggio verso la terra dei suoi antenati.
LEGENDA
■ Alp&ism
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■ Destinazione
Russia
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■ Natura Doc
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■ Proiezioni speciali
■ Terre Alte