Proiezioni TrentoFilmFestival

Cinema

TrentoFilmFestival
Proiezioni

15.30
Cold
Anson Fogel, 19’, Stati Uniti, 2011
All'inizio di febbraio del 2011 Simone Moro con il kazako Denis Urubko e lo statunitense Cory Richards raggiunge la vetta del Gasherbrum II a 8.035 metri di quota. Si tratta della prima salita invernale e la prima invernale in assoluto in uno dei cinque ottomila del Karakorum pakistano. La spedizione, partita il 27 dicembre dall'Italia, ha dovuto affrontare temperature fino a -50 gradi e forti venti fino a 200km/h per poter attrezzare la via fino alla vetta. Per Simone Moro è stata la terza prima scalata invernale di un ottomila, dopo lo Shisha Pangma nel 2005 e del Makalu nel 2009. L'esperienza dei tre alpinisti impegnati sul Gasherbrum II, nel cuore di un buio e durissimo inverno, è vista con lo sguardo crudo e onesto di Cory Richards partecipante, cineasta e fotografo. Il film coglie con efficacia, attraverso le vive parole dei protagonisti, la fatica, i dubbi, le paure e rivela quanto terribile sia stata la discesa che ha esasperato il rischio dell'assideramento e di perdersi.

Verticalmente demodè
Davide Carrari, 18’, Italia, 2012
"Non è la via più difficile del mondo, è semplicemente la via "sportiva" più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga e comincia quando mi sono chiesto la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit, è nascosta proprio lassù, in un ambiente solitario e dimenticato di queste montagne, piccola e "verticalmente demode' " a metà fra i luoghi, dove sono nato e, quelli dove sono vissuto": con queste parole e con le immagini della roccia della parete e di lui che la sta arrampicando Maurizio Manolo Zanolla racconta le proprie motivazioni ed emozioni ritrovando una via che aveva individuato molti anni prima con la quale aveva a lungo ritenuto impossibile confrontarsi.

La Voie Bonatti
Bruno Peyronnet, 54’, Francia, 2011
Nel mese di ottobre del 2010 due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet, realizzano un progetto, che può essere considerato il sogno di ogni alpinista: ripetere in stile alpino, concatenando alcune grandi vie aperte da Bonatti nel massiccio del Monte Bianco.
Partono dalla parete nord delle Grandes Jorasses, scalano quindi il Grand Capucin a cui segue il Pilastro Rosso del Brouillard, per terminare sulla cima del Monte Bianco. Scendono a Chamonix con il parapendio per chiudere in bellezza con un tocco personale il loro periplo.
Il documentario segue assiduamente i due alpinisti per tutti i sei giorni della loro impresa condotta con allegria, serenità e senza presunzioni.
Nessun elicottero è stato utilizzato per effettuare le riprese, seguendo una precisa scelta etica degli alpinisti e del regista.

17.30
40 Days at Base Camp
Dianne Whelan, 88’, Canada, 2011
In primavera, la documentarista Dianne Whelan si è immersa per quaranta giorni nell'affascinante mondo del campo base, sito a 5.400 metri d'altezza, da cui si parte per raggiungere la cima dell'Everest. Le riprese spettacolari, con l'Himalaya sullo sfondo, mostrano un intrigante e intimo ritratto di tre gruppi di scalatori e del loro viaggio verso la vetta più alta del mondo. Il documentario si insinua nel cuore del mito dell'Everest soffermandosi sulle vicende degli alpinisti che vivono quotidianamente al campo base, trasformandolo in un campeggio; sulla storia della montagna e sull'effetto devastante che il cambiamento climatico sta creando nell'equilibrio ecologico dell'area. Inoltre, rappresenta la trasformazione dell'Everest che ogni primavera ospita più di 800 alpinisti che si accalcano per molti giorni al campo base prima di iniziare la salita. La montagna più alta del pianeta, un tempo spazio sacro, riverito e temuto, si trasforma in un rumoroso e triste parco a tema.

19.30
Saluti da Sar Planina
Erik Fusco, 15’, Olanda, 2012
Il Kosovo è l'ultimo territorio dei Balcani i cui cittadini non possono viaggiare liberamente negli stati dell'Unione Europea. Quale influenza ha questa proibizione sull'esistenza di un solitario simpaticissimo contadino raccoglitore di mirtilli che abita in un piccolo villaggio della desolata Sar Planina, disperso fra le montagne del Kosovo, che in un buffo italiano rammenta la sua permanenza felice in Italia prima di essere espulso. L'uomo nutre qualche rimpianto, guarda con ironico distacco alla propria condizione e spera nel futuro dell'Europa. L'Unione Europea sta faticosamente affrontando la maggiore crisi economica della sua storia. I sentimenti europei stanno guadagnando terreno. Ma nel Kosovo si può incontrare qualcuno che mantiene ancora fortemente vivo il sogno di un'Europa unita.

Piccola terra
Michele Trentini, 54’, Italia, 2012
Valstagna, Canale di Brenta, Valsugana, provincia di Vicenza: su piccoli "fazzoletti di terra" un tempo coltivati a tabacco si gioca il destino in controtendenza di personaggi diversi, impegnati nel dare nuova vita ad un paesaggio terrazzato per lo più in stato di abbandono. C'è chi rimane aggrappato con ostinazione e orgoglio all'antico podere di famiglia, chi lascia il posto di operaio presso una cava per ritrovare se stesso, chi venendo dal mondo urbano decide di prendersi cura di campi e muri a secco grazie ad un innovativo progetto di adozione, e chi originario del Marocco, sposato con una ceca, gestisce una pizzeria coltivando il sogno dell'integrazione per i propri figli senza dimenticare gli amati sapori e i profumi della propria infanzia.

21.30
One Mile Above
Du Jiayi, 91’, Cina, 2011
In collaborazione con: Far East Film Festival 14
In seguito alla tragica morte del fratello, Shuhao giura di realizzarne il sogno e di percorrere in bicicletta la strada che porta dalla provincia cinese dello Yunnan alla città di Lhasa in Tibet per permettergli di passare serenamente nell'aldilà. Si tratta di un percorso estremamente impegnativo anche per il ciclista più esperto ma Shuhao è molto determinato. Lungo il tragitto incontra l'amico e mentore Li Xiaochuan, e insieme i due intraprendono un viaggio che cambierà le loro vite per sempre. ONE MILE ABOVE è una commovente storia di speranza di fronte alle avversità della vita. Le meravigliose immagini dei paesaggi della Cina e delle Alpi tibetane del Sichuan, gli hanno valso il premio per il Contributo Artistico al Tokyo International Film Festival.

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