Ricorda con rabbia

Teatro

Benvenuti a Teatro
Stagione di Prosa

Fondazione Teatro di Napoli
Teatro Nazionale del Mediterraneo
Bellini Teatro Stabile di Napoli
Ricorda con rabbia
di John Osborne con Stefania Rocca, Daniele Russo, Sylvia De Fanti, Marco Mario de Notaris
regia Luciano Melchionna
luci Camilla Piccioni
scene Francesco Ghisu
costumi Michela Marino

Dopo il positivo debutto che ha portato sul palcoscenico del Teatro Sociale «L'officina - Storia di una famiglia», spettacolo progettato e realizzato dal Teatro Stabile di Bolzano e dal CSC - Centro Servizi Culturali S. Chiara, la Stagione di Prosa di Trento si trasferisce al Teatro Auditorium dove da giovedì 28 novembre a domenica 1 dicembre sarà in scena la Compagnia della «Fondazione Teatro di Napoli» con «Ricorda con rabbia» di John Osborne.
Ci sono testi che riescono a sopravvivere al tempo che passa. Sono passati, infatti, quasi sessant'anni dalla prima rappresentazione, ma Look back in anger, il dramma che ha decretato il successo del commediografo londinese John Osborne, è ancora attuale. «Ricorda con rabbia» è la storia di un triangolo amoroso tra Jimmy, un giovane di origina proletaria, intelligente ma insofferente e stizzoso (Daniele Russo); sua moglie Alison, figlia di un generale, che è invece di estrazione borghese (Stefania Rocca); e la migliore amica di lei, Helena (Sylvia De Fanti). Fra loro, Cliff (Marco Mario de Notaris), amico di Jimmy e suo pensionante, che tenta di mantenere la pace familiare.
«In Ricorda con rabbia - scrive il regista, Luciano Melchionna - sono in scena le vicissitudini di un gruppo di ragazzi, le loro vicende personali e la storia d'amore dei due protagonisti, ma la tragedia umana 'privata' diviene paradigmatica di un'intera generazione. Un'inquietudine profonda, la frustrazione e il senso d'impotenza sono temi che ogni spettatore può riconoscere come propri, o in chi gli vive accanto, o nello sconosciuto che tutti i giorni prende con lui l'autobus e che improvvisamente esplode nella furia omicida. È l'uomo "contro", che non distingue più i confini della sua rabbia, è contro le campane che irrompono nella discussione, è contro la padrona di casa, è persino contro la pioggia. Ricorda con rabbia è apologia della rabbia irruenta, disperata, generalizzata, quella che ci circonda ora, rabbia verso una realtà che va liquidata, rivista alle radici.»
In una scena invasa da frigoriferi e lavatrici (siamo nel magazzino di un negozio di elettrodomestici) i quattro protagonisti vivono una solitudine individuale che si fa collettiva. È la tragedia dell'incomunicabilità pressoché totale di generazioni ormai prive di slancio e di riferimenti culturali forti cui aggrapparsi.
«A suo tempo - ricorda il regista - la pièce venne definita "manifesto di una generazione": oggi potremmo dire che ha preannunciato i nostri tempi ed è ancora il manifesto di chi si scontra con una società indifferente. E' l'ira di chi affronta con furia chi si trincera nella sua cittadella a difesa dell'arroganza e della nebulosità dei suoi finti moralismi, di convenzioni e ipocrisie sociali, che non lasciano spazio né consolazione agli altri. L'uomo "contro" è ucciso dalla noia, dalla ripetitività delle cose quotidiane e in particolare dalle domeniche, urla perché gli altri si risveglino dall'indolenza e riscoprano un qualche entusiasmo, un qualche interesse nel presente che ai suoi occhi appare orripilante e disgustoso, anche nei giornali e nelle cronache culturali. Oggi, a quasi sessanta anni dalla prima rappresentazione del 1956 al Royal Court Theatre di Londra, il testo di Osborne è quanto mai attuale, è la tragedia di una solitudine individuale che si fa collettiva, in una incomunicabilità pressoché totale, in una micro collettività giovanile totalmente priva di entusiasmo e stimoli, senza riferimenti culturali forti. […]

L'ansia per una società più giusta sembra riaffacciarsi in questa epoca così sciatta nel sentire, così incapace di empatia, così prossima al collasso. Cosa è cambiato da quel lontano 1956? Per ora la risposta è ancora la rabbia.»
Per il pubblico trentino l'occasione di scoprire un autore, John Osborne, mai rappresentato fino ad ora in Stagione. Drammaturgo e sceneggiatore londinese, Osborne (1929 - 1994) seppe creare personaggi dalla forza dirompente, insofferenti delle regole e delle imposizioni sociali. Molte delle sue opere teatrali, improntate ad uno spirito ribelle e anticonformista, sono state oggetto di trasposizione cinematografica.
Sarà al debutto sul palcoscenico dell'Auditorium Stefania Rocca, attrice di solida formazione accademica (Centro Sperimentale di Cinematografia e Actor's Studio) con esperienze teatrali sotto la guida di registi quali Memè Perlini, Alessandro Baricco e Gabriele Vacis, e una brillante carriera cinematografica (Giulio Base, Gabriele Salvatores, Dario Argento, Carlo Verdone, Cristina Comencini). E' conosciuta e amata dal pubblico televisivo per aver interpretato personaggi di primo piano in alcuni fortunati serial quali Il Maresciallo Rocca, Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia.
Daniele Russo, invece, ha già avuto modo di farsi apprezzare dal pubblico di Trento qualche anno fa, quando figurava fra gli interpreti di Napoli Hotel Excelsior di Raffaele Viviani nell'allestimento diretto dal padre, Tato Russo, al fianco del quale ha potuto avviare, verso la metà degli anni Novanta, un'intensa carriera teatrale che lo ha visto passare dai testi classici (Aristofane, Plauto, Shakespeare) al musical (Oh Calcutta, Il ritratto di Dorain Gray). Recentemente ha interpretato il personaggio dell'avvocato Nicola Sorrentino nella serie televisiva Il clan dei camorristi, in onda su Canale 5. E' reduce da fortunate esperienze televisive anche Sylvia De Fanti (Incantesimo e Don Matteo), così come Marco Mario de Notaris (R.I.S. Roma - Delitti imperfetti).
Si sottoporrà per la prima volta al giudizio del pubblico trentino anche Luciano Melchionna, regista le cui opere sono caratterizzate da una cifra stilistica dominata da una spiccata capacità visionaria di derivazione espressionista.
«Ricorda con rabbia», presentato con successo nel corso della passata stagione in alcuni fra i maggiori teatri italiani, è prodotto da Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Nazionale del Mediterraneo e Bellini Teatro Stabile di Napoli. Nell'allestimento dello spettacolo Luciano Melchionna si è avvalso della collaborazione di Francesco Ghisu (scene), Camilla Piccioni (luci) e Michela Marino (costumi).
Giovedì 28 e venerdì 29 novembre il sipario del Teatro Auditorium si alzerà alle 20,30. Sabato 9 l'inizio dello spettacolo è previsto invece per le ore 21, mentre domenica 1 dicembre è in programma alle ore 16,00 la recita pomeridiana.

Venerdì 29 novembre appuntamento con «FOYER DELLA PROSA»


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara