Rosaspina

Teatro

Trento a Teatro
Anch'io a teatro con mamma e papà

Teatro del Piccione (Genova)
Rosaspina
regia Antonio Tancredi
drammaturgia Simona Gambaro
interpreti Massimiliano Caretta, Simona Gambaro
animazione marionette Daniela Carucci
scene e costumi Roberta Agostini
luci Simona Panella
organizzazione Paolo Piano
età consigliata: dai 4 anni

E nacque una bambina e fu chiamata Rosaspina. Dodici fate furono invitate alla festa e portarono per la bimba i doni più desiderabili: bellezza, intelligenza, virtù e via dicendo. E la tredicesima fata? perchè non fu invitata? Al suo arrivo il cielo si fece buio ed ella pronunciò parole che nessuno voleva sentire: la bambina si pungerà un dito e si addormenterà in un sonno di cent'anni...
Certo per un figlio si desidera il meglio di ogni cosa, ma ogni cosa non ha forse anche il suo lato buio, la sua ombra? Non è forse la notte ad insegnarci il giorno? Esiste rosa senza spina?
E poi dimmi, dimmi se sono amata anche quando mi arrabbio, anche se non sono così bella, anche mentre dormo, anche se trovo una rosa mi pungo, perchè è ha petali rossi e profumati ma pure spine. Anche se i miei desideri non sono proprio uguali ai tuoi, a quello che volevi da me.
Penso a Rosaspina che va incontro al suo destino, per crescere come persona, nella sua identità.
Penso a un re e una regina che perdono una figlia, per ritrovarla.
Penso a tutto l'amore: un sonno lungo cent'anni può contenere ancora tutto l'amore.
Intorno a questo fuoco si struttura la rilettura della fiaba di Rosaspina, più comunemente conosciuta come La bella addormentata nel bosco. Sullo stile consolidato della compagnia, che indaga un teatro d'attore molto fisico, contaminato in questo caso da interventi di teatro di figura, viene messa in scena una fiaba nella sua semplicità e altrettanta profondità. Il linguaggio è di immediata comunicazione con i bambini: una comunicazione che vuole essere principalmente emotiva, accessibile ma non didascalica, evocativa e metaforica come proprio di ogni espressione artistica. Per raggiungere in questo modo la verità della fiaba, perchè, come scrive Italo Calvino:
"Le fiabe sono vere. Sono, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che è appunto il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita al distacco da casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano"


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara