Serata Alpinistica con Simone Moro
59° TrentoFilmFestival
Serata Alpinistica
Anche questa edizione del TrentoFilmfestival si prepara alloverbooking con quattro serate-evento che regaleranno emozioni fortissime al pubblico e ai protagonisti che saliranno sul palco per ricordare imprese iscritte per sempre nella storia dellalpinismo, che ricorrono nel 2011. Passato, presente e futuro dellalpinismo verranno raccontati da grandi conduttori, Rehinhold Messner, Leo Houlding e Simone Moro.
Il 2011 è un anno che assomma alcune importanti ricorrenze per il mondo dellalpinismo: cadono, infatti, 100 anni dalla prima salita in solitaria sulla parete est del Campanile Basso da parte di Paul Preuss, ma anche 50 anni dalla tragedia del Pilone del Frêney sul Monte Bianco, alla quale sopravvissero miracolosamente Walter Bonatti, Pierre Mazeaud e Roberto Gallieni, mentre la montagna si prese per sempre Andrea Oggioni, Pierre Kohlmann, Robert Guillaume e Antoine Vieille, stroncati da maltempo, freddo e sfinimento, prima di poter essere raggiunti dai soccorritori. Un episodio che anche dal punto di vista mediatico non ha avuto eguali nella storia dellalpinismo. E ancora i cinquantanni della prima ascensione della parete sud del Mount Mc Kinley, il tetto dellAmerica del Nord, salito dai Ragni di Lecco guidati da Riccardo Cassin, per finire con i 25 anni dalla conclusione (in vetta al Lhotse) della corsa agli ottomila di Reinhold Messner, primo alpinista al mondo a salirli tutti e 14.
Due di questi importanti capitoli della storia dellalpinismo rivivranno al TrentoFilmfestival con un protagonista deccezione, Reinhold Messner in persona, che ritorna al festival a distanza di sei anni nel ruolo di conduttore delle serate-evento.
Serata Alpinistica con Simone Moro
Insieme a Garmin sul Gasherbrum II
Lo scorso 2 febbraio Simone Moro, assieme al kazako Denis Urubko e all'americano Cory Richards è stato protagonista di una storica impresa, la prima salita invernale del Gasherbrum II, 8035 metri, la 13ma montagna più alta della terra nel cuore del Karakorum. Dopo il Makàlu raggiunto il 9 febbraio del 2009 e il Gasherbrum II, Moro e Urubko hanno collezionato una doppietta di prime invernali senza precedenti e per Moro si è trattato del terzo ottomila in prima invernale, avendo salito anche lo Shisha Pangma. Prima di lui solo alpinisti fortissimi del calibro di Jerzy Kukuczka e Krzysztof Wielicki, entrambi polacchi, erano riusciti a fare tanto negli anni 80 e 90.
Dall'arrivo al campo base alla vetta il team non ha sbagliato nulla. Preparazione, acclimatamento, allestimento dei campi e, infine, la scelta di tentare, dopo soli 22 giorni, la cima nella prima e forse anche unica finestra di bel tempo a disposizione. 3 giorni per salire da quota 5100 fino allultimo campo da cui spiccare nel cuore della notte l'ultimo balzo di 1.100 metri in stile alpino e senza ossigeno.
La velocità con cui è stata portata a termine limpresa, dunque la preparazione fisica del team, e le corrette informazioni ricevute dal consulente meteo sono state determinati per riuscire dove altre 16 spedizioni avevano fallito sul Karakorum. Il che non ha non ha impedito che la gioia per la conquista si trasformasse in dramma quando, nel corso della discesa, Moro e i suoi compagni sono stati travolti da una valanga, riuscendo fortunatamente a galleggiare sulla massa di neve senza conseguenze.
Nella serata condotta da Marco Albino Ferrari, direttore di Meridiani Montagne, e intitolata "Simone Moro insieme a Garmin sul Gasherbrum II", lunedì 2 maggio allAuditorium S. Chiara di Trento (ore 21.00) rivivremo con lalpinista bergamasco tutti i momenti di questa sfida agli ottomila nelle condizioni ambientali più estreme.