Sinfonia d'autunno

Un capolavoro di Bergman portato in scena da un'attrice straordinaria, Anna Maria Guarnieri, per la regia di Gabriele Lavia

Teatro
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Stagione Grande Prosa

Teatro Stabile dell’'Umbria - Fondazione Brunello Cucinelli
Sinfonia d'autunno
Tratto dall'’opera di Ingmar Bergman
con Anna Maria Guarnieri,
e con Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera

Un capolavoro di Bergman portato in scena da un'attrice straordinaria, Anna Maria Guarnieri. Una storia di esclusioni e di privazioni che ruota intorno alla figura di una pianista, colpita dal “dolore” di veder vacillare la sua grandezza di artista.
«Quello di “essere esclusi” – scrive il regista, Gabriele Lavia – è un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, e anche ai “concertisti”. Comune a quegli strani esseri umani che “si espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o mogli. Sono “strani” e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”, maledizione comune della nostra epoca.»
La maledizione di Charlotte è “il pianoforte”. Per causa del pianoforte Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie e una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. «E in arte, ma forse anche nella vita – commenta il regista – non ci sono mezze possibilità. O sei grande o “non sei”».

L'ottavo appuntamento inserito nel calendario 2014-2015 della “Grande Stagione” della Prosa organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara porterà venerdì 6 marzo al Teatro Auditorium di Trento due grandi protagonisti del teatro italiano: l'attrice Anna Maria Guarnieri e il regista Gabriele Lavia. Sarà in scena il dramma di Ingmar Bergman «SINFONIA D'AUTUNNO» nell'allestimento del Teatro Stabile dell'Umbria. Si replica sabato 7 (ore 21,00) e domenica 8 marzo (ore 16,00). 

Un testo di Ingmar Bergman interpretato da Anna Maria Guranieri per la regia di Gabriele Lavia. Credenziali non certo trascurabili per uno spettacolo teatrale: si tratta di «Sinfonia d'autunno»,che sarà in scena a Trento al Teatro Auditorium da venerdì 6 a domenica 9 marzo nell'allestimento del Teatro Stabile dell’Umbriae della Fondazione Brunello Cucinelli.

In questo dramma, che Ingmar Bergman scrisse nel 1976, troviamo dialoghi e monologhi che, grazie allo stile asciutto e serrato che caratterizza la drammaturga del grande autore svedese, si sono dimostrati adatti sia alla rappresentazione teatrale che a quella cinematografica. Risale al 1978, infatti, il film omonimo che lo stesso Bergman diresse affidandone l'interpretazione dei ruoli principali a Liv Ullman e Ingrid Bergman.

Al centro della vicenda i personaggi di Charlotte (Anna Maria Guarnieri), celebre pianista di musica classica, e della figlia Eva (Valeria Milillo). Il conflitto fra le due donne rappresenta il nucleo centrale della rete di relazioni che vede coinvolti anche altri due personaggi: Helena (Silvia Salvatori), l'altra figlia di Charlotte, e Viktor (Danilo Nigrelli), il marito di Eva.

Charlotte si identifica completamente nel suo lavoro e, da sempre, sente come una pena insopportabile l’affetto delle persone che hanno bisogno di lei, come le figlie. Eva, una donna adulta che ha perduto da poco il figlio di quattro anni, ancora cerca l’amore della madre, ma continua a metterla di fronte alla sua impotenza affettiva, ricordandole tutte le sue fughe che hanno ferito senza rimedio la sua infanzia e quella dell'altra figlia, Helena, ormai invalida. Solo Viktor, il marito di Eva, che ogni giorno trova rifugio dalla sua desolazione chiudendosi nella stanza del figlio morto, sa mantenere un suo equilibrio fatto di disincanto e di accettazione degli altri.

Non c’è soluzione al rancore e al senso di colpa di Eva e di Charlotte, come non ce ne può essere per Helena, condannata dalla sua infermità, né per Viktor, che si è rinchiuso nella sua solitudine imbelle. Sembra che ogni personaggio lasci prevalere l’indulgenza e ritrovi l’affetto per l’altro a condizione di restarne separato. Come se i sentimenti reciproci potessero esistere solo fuori dalla realtà comune, nel teatro interiore di ognuno.

«Vedi tutte quelle luci accese sulla collina? Se penso che tutti sono intenti alle loro faccende ... È come se io fossi esclusa ... Eppure ho sempre tanta nostalgia della mia casa, ma quando sono lì, poi, mi rendo conto di aspettarmi qualcosa che non esiste ....» Sono le parole del personaggio di Charlotte che Gabriele Lavia riporta in apertura delle sue note di regia. «Quello di 'essere esclusi' – spiega il regista – è un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, anche ai “concertisti” ... comune a quegli strani esseri umani che 'si espongono', che 'sono' sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d'essere: esporsi. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o Mogli. Non sono normali. Sono 'strani' e sono condannati a quella che Bergman chiama la 'Solitudine Assoluta'. Ma forse questa esclusione, questa Solitudine Assoluta, è la maledizione comune della nostra epoca. L'epoca del Nichilismo compiuto. La maledizione di Charlotte è il pianoforte. Per il pianoforte Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie, una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Tutta questa storia di esclusioni e di privazioni ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. E il pianoforte è il “demonio” che tradisce tutti, compresa lei, la pianista. Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. E in arte, ma forse anche nella vita, non ci sono mezze possibilità. O sei grande, o non sei.»

Gabriele Lavia torna in cartellone a Trento alle prese con un testo di Ingmar Bergman dopo essere stato regista e interprete nel 2001 di “Dopo la prova”. Per Anna Maria Guarnieri si tratta invece di una “prima volta” nella Stagione del Centro Servizi Culturali S. Chiara, ma i frequentatori di lungo corso della prosa regionale ne ricordano una presenza al Teatro Zandonai di Rovereto nel 1984 in un memorabile allestimento di “Fedra” di Jean Racine per la regia di Luca Ronconi. L'attrice milanese, che ha debuttato in teatro nella “Compagnia dei Giovani” diretta da Giorgio De Lullo al fianco di Romolo Valli e Rossella Falk, ha lavorato con maggiori registi italiani interpretando i principali ruoli del teatro classico, ma è conosciuta anche per alcuni ruoli televisivi in sceneggiati “storici” quali La cittadella, E le stelle stanno a guardare e David Copperfield.

La traduzione del testo originale di «Sinfonia d'autunno» è stata curata da Chiara De Marchi; Alessandro Camera ha progettato le scene e Claudia Calvaresi i costumi. Le musiche sono di Giordano Corapi mentre  Simone De Angelis ha curato il disegno delle luci.

Venerdì 6 marzo il sipario del Teatro Auditorium si alzerà alle 20.30. Sono previste repliche sabato 7 (ore 21.00) e domenica 8 marzo (ore 16,00).

Si comunica che causa indisponibilità della Compagnia l’incontro previsto all’interno dei Foyer della Prosa è stato annullato.  


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara