Teresa Confalonieri

Cinema

L'estate di Palazzo delle Albere
Proiezioni cinematografiche

In collaborazione con il Centro Mazziano di Studi e Ricerche di Verona

Teresa Confalonieri
di Guido Brignone, Italia, 1934
soggetto: dal dramma Il Conte Aquila di Rino Alessi
sceneggiatura: Tomaso Smith
fotografia (b/n): Anchise Brizzi
musica: da temi di Gioacchino Rossini, adattati da Gennaro Avitabile e orchestrati da Armando Fragna con la collaborazione musicale di Cesare A. Bixio
montaggio: Giorgio C. Simonelli
scenografia: Guido Fiorini
interpreti: Marta Abba (Teresa Confalonieri), Nerio Bernardi (Federico Confalonieri), Luigi Cimara (principe di Metternich), Elsa De Giorgi (la principessa Carolina Jablonowska), Filippo Scelzo (Salvotti), Luigi Carini (feldmaresciallo Bubna), Riccardo Tassani (Francesco I°), Tina Lattanzi (l'imperatrice), Carlo Tamberlani (Gabrio Casati), Achille Majeroni (giudice Menghin), Giovanni Barrella (Vitaliano Confalonieri)
produzione: Angelo Besozzi per la S.A.P.S.
prima distribuzione: Anonima Pittaluga
Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale
Premiato con la coppa Mussolini come “Miglior film italiano” alla Mostra del Cinema di Venezia del 1943

Arrestato dalle truppe austriache per cospirazione, il nobile patriota Confalonieri viene condannato al capestro (marzo 1821). Prima dell'esecuzione la moglie dell'aristocratico, Teresa, si impegna duramente e coraggiosamente per ottenere la grazia dagli imperatori d'Austria, riuscendo infine a far tramutare la pena capitale in ergastolo, da scontare nelle carceri dello Spielberg sino al 1835...
La critica dell'epoca. « [...] questo film non poteva non riuscire più teatrale che cinematografico. Ma è anche patriottico, e quindi la gente chiuderà gli occhi ai difetti per lasciare più libera la via del cuore alle emozioni eroiche. [...] Siamo dunque di fronte a un film storico: genere difficile, difficile anche in ambienti meglio del nostro attrezzati per le realizzazioni cinematografiche. [...] Marta Abba ci lascia ancora una volta perplessi: ha dei momenti drammatici potenti, delle inflessioni di voce ricche e profonde. [...] Vorremmo però avere il coraggio di dire a lei quello che un critico americano disse ad un'attrice di Broadway passata allo schermo: non sa ancora camminare, per l'obiettivo, ma alcune lezioni di ritmica potrebbero metterla a punto. Si possono dare di questi consigli alle attrici italiane? [...] in complesso, però, è un film fatto con serietà e buona volontà: "come film italiano" - sentiamo dire intorno - "davvero non c'è male". È proprio così, e peggio per noi che vorremmo fare a meno delle premesse. [...] » (Guglielmina Setti, «Il Lavoro», 26 ottobre 1934).
Note. Il film, girato interamente negli stabilimenti Cines, ha come sottotitolo L'angelo della rivolta. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 1934, è stato premiato con la Coppa Mussolini quale "miglior film italiano".
Il regista. Guido Brignone (Milano 1887 - Roma 1959) esordisce nel cinema come attore, ma ben presto passa alla regia. Nel 1915 dirige Odette e, fino agli anni '30, si dedica in Italia e all'estero alla confezione di film d'avventura come quelli del popolare Maciste. È Corte d'Assise, un dramma giudiziario del 1930, a renderlo popolare. Tra i più eclettici e fortunati artigiani del cinema popolare durante il periodo fascista (Tenebre, 1934; Passaporto rosso, 1935; Ginevra degli Almieri, 1936; Vivere!, 1937; Torna, caro ideal!, 1939; Kean, 1940; Beatrice Cenci, 1941; Il romanzo di un giovane povero, 1942; Lacrime di sangue, 1943), firma numerose pellicole di successo anche nel dopoguerra e per tutti gli anni '50, come La sepolta viva (1949), Il bacio di una morta (1949), Inganno (1952), Quando tramonta il sole (1955), Le schiave di Cartagine (1956), Nel segno di Roma (1959).