The dreamers. I sognatori
Serate in forma di Cinema
Italia/GB/Francia, 2003
Titolo originale: The Dreamers
Genere: Drammatico
Durata: 130'
Regia: Bernardo Bertolucci
Cast: Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor, Florian Cadiou
Sito ufficiale italiano: www.thedreamersilfilm.it
Rimasti soli a Parigi mentre i genitori sono in vacanza, Isabelle e suo fratello Theo invitano nel loro appartamento Matthew, un giovane americano incontrato alla Cinémathéque. I tre ragazzi si chiudono in casa stabilendo delle regole di comportamento e arrivano a una conoscenza reciproca, dopo aver esplorato emozioni, erotismo, in un crescendo di giochi mentali sempre più estremi.
di Paolo Boschi
Il 1968, la libertà, il sesso, la cinefilia, la letteratura, la crescita, il sogno: sono i temi portanti, non necessariamente nellordine, di The dreamers - I sognatori, lultima fatica registica di Bernardo Bertolucci, tratta da un romanzo dello scrittore inglese Gilbert Adair, che ne ha curato ladattamento per il grande schermo. Ambientato a Parigi nel 1968, agli albori della contestazione giovanile, il film prende avvio con lincontro di Matthew, studente americano in trasferta transalpina, con i gemelli Isabelle e Théo davanti ai cancelli della Cinémathèque Française, un incontro non casuale, considerando che tutti e tre sono incalliti cinefili. In coincidenza con lassenza dei genitori dei fratelli, in vacanza campestre, Matthew è invitato a trasferirsi per un mese nel vecchio appartamento in cui Isa e Théo vivono in un dedalo di stanze e corridoi, un vetusto labirinto che trasuda libri e cultura da ogni parete (il padre dei due peraltro è un poeta politicamente impegnato). In breve il giovane ospite straniero scopre imbarazzanti dettagli intimi sul rapporto quasi simbiotico che lega Isa e Théo, a cominciare dalla particolare postura in cui sono soliti dormire, completamente nudi e stretti in un sensuale abbraccio. Matthew gradualmente sarà coinvolto nel rapporto apparentemente esclusivo dei due fratelli (una parentela che lambisce pericolosamente lincesto), usi a sfidarsi continuamente in ardui quesiti filmici seguiti da penitenze erotiche allinsegna di un cinismo senza vergogna. Tra una rievocazione ludica della godardiana corsa nel Louvre di Bande à part, continui richiami al tema del doppio (spesso moltiplicato con ingegnosi giochi di specchi) e seriosi dibattiti sulla comicità eccelsa (meglio Buster Keaton o Charles Chaplin?) e sul virtuosismo chitarristico (meglio Jimi Hendrix o Eric Clapton?), la coppia inscindibile accoglie al suo interno il terzo elemento: rinchiusi nellappartamento di famiglia, mentre fuori sintravedono i primi raggi dellalba del sessantotto parigino, i tre intraprenderanno un percorso di mutua conoscenza, scoprendo intimamente le proprie sessualità, (quasi) fino alle estreme conseguenze, prima che il sogno di cambiamento che i loro coetanei stanno promuovendo per le strade parigine li reclami in prima persona, finendo per dividerne i rispettivi percorsi chi sceglierà di contestare senza violenza, chi imbraccerà una molotov calandosi un velo sul viso . Un film che affronta un ventaglio di tematiche storicamente care a Bertolucci: è innegabile infatti che The dreamers rielabori in modo originale lerotismo morboso ed esclusivo di Ultimo tango a Parigi, il naturale senso di scoperta della sessualità di Io ballo da sola e, per certi versi, anche la ricostruzione culturale di un preciso contesto storico, come accadeva in Novecento. Il risultato di siffatto mélange tematico è estremamente felice e sorretto da una verve voyeuristica di grande impatto visivo, anche sotto il versante simbolico: tra suggestioni figurative, intriganti citazioni letterarie e mirabili intarsi di cinefilia dautore, The dreamers conduce per mano i tre protagonisti allappuntamento con la storia, al sogno possibile di un mondo diverso, un sogno che Bertolucci riesce miracolosamente a tratteggiare per difetto senza cadere nella facile trappola della rievocazione nostalgica tout court. Assolutamente dobbligo segnalare una colonna sonora D.O.C. che alterna Janis Joplin a Bob Dylan, Doors e Jimi Hendrix, ovvero la quintessenza musicale di protesta e autodistruzione del periodo. Un film imperdibile. Da: www.scanner.it