Tropa de elite

Cinema

Il Brasile: da 'terzo mondo' a superpotenza?
Tropa de elite

Prende il via grazie al coordinamento delle associazioni trentine che operano in Brasile il percorso "Il Brasile: da 'terzo mondo' a superpotenza?". Immagini e pensieri per uno sguardo sul nuovo Brasile attraverso una rassegna contemporanea del cinema brasiliano e autorevoli testimonianze per meglio comprendere questo enorme e straordinario Paese.
In questa occasione proiezione di "Tropa de elite" 110' di José Padilha.

Informazioni:
3384157742
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Brasile, 2007
Durata 115 minuti
Regia José Padilha
Interpreti W. Moura (Capitano Nascimento), C. Junqueira (Neto), A. Ramiro (André Matias), M. Cortaz (Capitano Fabio), F. de Freitas (Roberta), T. Fernandes (Sargente Alves), M. Escorel (Otavio)
Distribuzione Mikado Film
Sceneggiatura B. Mantovani, J. Padilha e R. Pimentel
Fotografia L. Carvalho
Musiche Bromfman
Montaggio D. Rezende

Il capitano Nascimento ha due vite: una come ufficiale di un corpo militare specializzato nella guerriglia urbana, l’altra come marito di una donna che sta per dargli un figlio. Le due vite non sono più conciliabili, è troppo alto il rischio quotidiano di morire, è insostenibile lo stress dovuto alla violenza, alla corruzione di una società nella sua interezza e della stessa polizia. Per questo deve trovare tra le nuove reclute quella persona in grado di prendere il suo posto.
Tratto dall’omonimo libro e basato su episodi realmente accaduti, riuniti dalla sceneggiatura di Br•ulio Mantovani (City of God), Rodrigo Pimentel (ex ufficiale del BOPE) e dallo stesso regista José Padilha, il film è uno spaccato durissimo su un aspetto della società brasiliana mai analizzato dal suo interno come in questo caso. La violenza tremenda, esasperata, feroce, annichilisce lo spettatore senza dargli un attimo di respiro, non gli vengono risparmiati momenti disturbanti in quanto crudi e realistici, ma soprattutto è spiazzante la contrapposizione
tra la ferocia dei trafficanti e quella di chi dovrebbe far rispettare la legge e l’ordine. Gli unici che provano a combattere la corruzione della polizia dall’interno sono considerati degli ingenui, degli illusi, o addirittura dei potenziali pericoli per il sistema e dunque da eliminare. Chi potrebbe inizialmente sembrare una figura positiva e integra non si esime dal brutalizzare i propri informatori e giustiziare senza pietà lo spacciatore e l’assassino. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante e migliore del film, ossia quello di non emettere giudizi ma di raccontare una storia in modo tecnicamente ineccepibile - ambientazioni, recitazione, colonna sonora e dialoghi sono perfetti - e di lasciare allo spettatore la sensazione di impotenza, di disarmante linearità con la quale una comunità intera traballa sotto i colpi della sopraffazione e dell’ingiustizia.
Orso d’Oro alla 58 edizione del Festival di Berlino


organizzazione: Associazione Tremembè