Una silenziosa presenza nei nostri boschi: il gatto selvatico in Italia, fra passato, presente e futuro

con Andrea Sforzi, Museo di Storia Naturale della Maremma

Incontri e convegni
[ Comunicato stampa MUSE | Felis silvestris - Foto di Alberto Pastorelli]

Spazio al mondo dei felini: mercoledì 11 gennaio salirà sul palco del MUSE Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma. A lui il compito di aprire gli incontri del 2023 parlando di un animale piuttosto elusivo: il gatto selvatico, silenziosa presenza tornata ad abitare i boschi italiani.

ll gatto selvatico è una specie affascinante ed elusiva che abita i nostri boschi riuscendo spesso a sfuggire al nostro sguardo. La sua osservazione in natura, infatti, è molto difficile. I rari incontri sono di norma fugaci e fortunosi, spesso lasciando con il dubbio il casuale osservatore. In alcuni casi, anche disponendo di foto a buona risoluzione e di un occhio esperto, non è semplice arrivare a determinare con certezza questa sottospecie. 

Felis silvestris silvestris e Felis silvestris catus (il comune gatto domestico), infatti, appartengono alla stessa specie e sono interfecondi, dando luogo a prole fertile. Mercoledì 11 gennaio alle 20.45, nell’ambito del primo appuntamento degli “Incontri al museo per parlare di fauna” il protagonista sarà proprio di lui “Il gatto selvatico in Italia, fra passato presente e futuro”.

Andrea Sforzi, direttore del museo di Storia Naturale della Maremma, da decenni impegnato nello studio della specie, ci guiderà in un viaggio affascinante alla scoperta di questo enigmatico felino. Parlerà della sua biologia, della distribuzione attuale, delle nuove metodologie di studio e di come virtualmente chiunque possa collaborare ad aumentare le conoscenze su questa specie.

"In passato il gatto selvatico era più diffuso di oggi, in tutta Europa – spiega Andrea Sforzi e le popolazioni attuali sono in gran parte ciò che resta di una presenza molto più estesa. Le cause principali del suo declino sono individuabili nella persecuzione diretta e nella frammentazione e consumo dell’habitat, in particolare i boschi maturi. Il gatto selvatico è infatti fortemente legato al bosco, che offre loro rifugio e fonti alimentari. Dalla seconda metà del ventesimo secolo - dichiara il direttore - grazie anche al regime di protezione delle leggi nazionali in tema di tutela della fauna, la specie ha iniziato gradualmente a rioccupare alcune porzioni delle Alpi, a partire dalla regione alpina orientale, verso occidente”.

Biografia - Zoologo, esperto di eco-etologia e conservazione dei vertebrati, principalmente mammiferi. Si è laureato a Perugia nel 1991 con Bernardino Ragni con una tesi sulla micromammalofauna del Parco Regionale della Maremma ed ha conseguito nel 2002 un Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica con Sandro Lovari sulle stime numeriche di ungulati selvatici.
Sin dalla fine degli anni '80, in seno al gruppo di ricerca di Bernardino Ragni, si è occupato di numerosi aspetti del gatto selvatico, dalla eco-etologia alla sistematica, biogeografia, variabilità genetica e fenotipica, conservazione. Cura un progetto di coordinamento nazionale sulla specie, con lo scopo di vagliare, verificare e mappare le segnalazioni provenienti sia da esperti, sia da appassionati.
È stato per circa 12 anni consulente faunistico per il Parco Regionale della Maremma, redigendo piani per il monitoraggio e la gestione del cinghiale, oltre a piani di gestione dei SIC e progetti di conservazione di vertebrati.
Collaboratore del Museo di Storia Naturale della Maremma dal 1991, dal 1997 ne ha assunto la direzione.

Costi

Ingresso libero fino a esaurimento posti

L'incontro si terrà in presenza al MUSE e verrà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del museo.