(im)probabili assonanze #2

Lucia Bruni e Maria Scarognina

Seconda (im)probabile assonanza: complicata!

Si poteva suggerire un insieme di libri, ma ci siamo dati una regola e quella è: un’opera, un libro.

È necessario perciò considerare la scelta del tutto personale e puramente indicativa, perchè molte altre narrazioni avrebbero potuto accompagnare il lavoro di queste due artiste: Lucia Bruni e Maria Scarognina.

Due giovani designer italiane, Lucia volata all’estero nella vivace Barcellona, Maria rimasta nel Bel Paese. Entrambe si dedicano alla lavorazione del vetro, materiale fragile a prima vista, ma resistente, lucente, trasparente all’occorrenza, versatile se domato da mani esperte. Insomma, un materiale ricco e generativo di sempre nuove forme artistiche che le due artiste propongono in maniera più elaborata la prima, minimale la seconda.

Lucia Bruni ci porta in un viaggio: da Ferrara attraverso l’Italia arriviamo fino alla spiaggia di Barcellona. Tutto è trasparente e giocato con l’elemento bottiglia come ready made, come modulo da rivisitare e rileggere in chiave anche ecologica. Gli elementi che vediamo nell’opera, alberi torri pesci macchinine, li possiamo associare a quello che delle città conosciamo oppure ad una città ideale raccontate da Italo Calvino. Ma non è questo il libro di cui parleremo.

È “Viaggio incantato” di Mitsumasa Anno per Babalibri editore (2018). Di nuovo un libro senza parole che illustra l’itinerario, vario e variopinto, di un uomo lungo un paesaggio di chiaro stampo “antico”. Si attraversa l’Europa centrale, partendo da un sentiero su una spiaggia della Danimarca per percorrere un lunghissimo viaggio. L’uomo è per lo più a cavallo e bisogna cercarlo, perché spesso rimane in ombra. Bisogna aguzzare la vista e allora lo si scopre sempre, di lato, in basso, dietro alle case, in mezzo alla popolazione, immerso negli alberi. Ma il vero protagonista non è il viandante: è il paesaggio, il rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda, quando ancora l’agricoltura la faceva da padrona.

Questo grande affresco illustrato che si dipana per molte pagine riecheggia, per colori tenui e delicati ma pur sempre precisi, il viaggio immaginato da Lucia Bruni, regalandoci la voglia di spostarci dalle nostre comodità e certezze.

Maria Scarognina presenta un’opera minimale, quasi all’opposto della precedente. Interviene al minimo e aggiunge pochissimo: sulla superficie, già dura della macchinina, inserisce un nuovo strato di vetro, in parte trasparente, in parte di un giallo acceso, racchiudendo l’oggetto in un’ulteriore scorza. Sono i contrasti di colore che imprigionano la vista e le fanno ritrovare la parola “la superficie” che se unita al pensiero dell’autrice conduce direttamente al sentimento che ognuno ha di sé: “ciò che ci protegge è allo stesso tempo ciò che ci limita”.

Il mio primo Kafka. Piccoli fuggitivi, roditori & insetti giganti” con l’adattamento di Matthue Roth e le illustrazioni di Rohan Daniel Eason per i tipi di Atmosphere libri (2017) segue il sentiero tracciato dai pensieri di Maria. La corazza, la metamorfosi, la nostra capacità o incapacità di proporci al mondo con tante maschere o come siamo veramente, la nostra voglia di aiutare o di essere aiutati, vengono mostrate in bianco e nero, per darne maggiore forza, in illustrazioni fortemente espressive e immersive.

Non si può non sentire l’angoscia di Gregor della “Metamorfosi” kafkiana e del suo nuovo corpo, così come non si può restare indifferenti alla corazza giallo fosforescente che l’artista ha forgiato sulla macchinina: per quanto bella, lucente, color del sole o della scorza di limone e pur sempre un guscio. Sta a noi liberarcene o irrobustirlo.

redazione
parte di: ipensieriinviaggio

16/09/2020