BENessere adolescente

Ad ognuno il suo tempo (presente, futuro e un po' di passato)

Saggistica a portata di mano (professionale)

“Narciso distrugge l’importanza del passato e delle aspettative dell’altro, per erigere un monumento al suo futuro, all’uomo nuovo che diventerà, espressivo non più etico, estetico non più colpevole. Una bella persona, socievole e relazionale, musicale, capace di innamorarsi, abituato a stare in mezzo agli altri, cittadino del pianeta, globalizzato, che si sente a casa sua ovunque, poiché abita dove tesse le relazioni. Il gruppo con cui vive di giorno e di notte diventa la sua famiglia. È impresa difficile descrivere il percorso di crescita che Narciso realizza attraverso la distruzione del già noto, del famigliare, della coppia convenzionale, del futuro pattuito, dell’identità di genere e sessuata dotate di quei valori e caratteristiche che gli sono state consegnate dalle generazioni precedenti”. (p. 74)

Fragile e spavaldo. Ritratto dell’adolescente di oggi” scritto da Gustavo Pietropolli Charmet per le edizioni Laterza è un breve saggio del 2008, stampato all’interno della serie “I Libri del Festival della Mente”, curata da Giulia Cogoli. 2008 ma fortemente attuale.

L’adolescente che emerge è quello ancora strettamente contemporaneo: un Narciso orientato per natura a costruire relazioni e simboli. Un Narciso lasciato “libero dalla famiglia a creare la propria verità” (p.26). E la libertà è un potere che Narciso imbraccia con fierezza e spavalderia per andare alla ricerca della propria identità, delle proprie regole interiori e dei propri valori. Un bisogno essenziale di Narciso è quello della simbolizzazione: la capacità “di trasformare in pensieri e parole un mondo caotico e ricco […] di fare assolutamente chiarezza su ciò che gli sta succedendo, deve capire chi veramente sia e cosa davvero desideri e non vuole copiare la verità degli altri, cercando invece dentro di sé […] l’adolescente è prevalentemente un animale simbolico, cioè costretto a costruire nuove rappresentazioni mentali del sé e del mondo, nuove connessioni, sfruttando le abilità della sua intelligenza completamente rinnovata rispetto a quella infantile” (p. 36-37).

Narciso procede, anche con calma, verso l’età adulta nella convinzione che il proprio sé sia più importante di quello degli altri, chiunque loro siano. Il richiamo alla supremazia del sé rispetto al mondo, che gli studiosi indicano come “narcisismo”, comporta il convincimento che sia essenziale essere riconosciuti e valorizzati. In questa dinamica, gli adulti sono interpretati non come avversari ma come potenziali risorse: “se vogliono collaborare meglio, altrimenti non importa, ci sono altre risorse” (p.4) nel mondo del giovane Narciso. Gli adolescenti di oggi non contestano l’autorità perché ne riconoscono una rilevanza secondaria: primaria è la costruzione del sé, obbedendoci in maniera assoluta ed esclusiva, assecondandola e socializzandola il più possibile. Lo specchio sociale per il Narciso contemporaneo, figlio del modello educativo che ha rimpiazzato quello della colpa con Edipo, è un anello fondante la sua stessa debolezza. Narciso ha bisogno di diventare famoso al più presto, di avere molti amici, reali o virtuali. Narciso è sociale e se il rispecchiamento negli altri non avviene, cioè se il sociale non conferma la sua unicità, il suo valore, la sua utilità, questo provoca ferite profonde, umilianti, mortificanti. Il dolore scende in profondità, producendo rabbia, atti vendicativi e violenti. Ma affinché questo non avvenga il giovane mette in campo tutte le sue doti creative.

È forse questo il pensiero che sottende tutto il saggio: l’adolescente di oggi, nasce in seno ad una mente intenta a simbolizzare ed ha interessi fortissimi verso il processo creativo e l’uso delle arti, che siano la musica, la danza, la narrazione o l’espressione artistica o quant’altro possa essere veicolo per farsi intendere dagli altri e ottenere così il necessario riconoscimento, nutrimento essenziale per la crescita del futuro sé. È lì che sembra giocarsi la crescita dell’adolescente. È lì che Narciso, dal profondo, organizza la sua sopravvivenza, che però non deve essere convenzionale, ma unica, rara, autentica. La ricerca del sé per l’adolescente di oggi è “sincera e preziosa, creativa e bella, da difendere da ogni tentativo di manipolazione e seduzione da parte del potere” (p.33), qualsiasi tipo di potere. Se Narciso non riesce ad essere all’altezza dei propri ideali, delle proprie aspettative, la sua vita diventa “un calvario” (p.33) e la vergogna prende il sopravvento. Sentimento pervasivo, la vergogna, che “penetra in tutti gli interstizi della mente, non si dimentica mai. E produce una ferita che continua a bruciare, costringendo chi la prova a compiere imprese esagerate per riscattare il proprio onore, e ricomporre la bellezza della propria immagine” (p.34). Entra in campo allora lo scacco del processo di simbolizzazione della nascita del sé sociale, una specie di “afasia simbolica” (p.40), e il giovane Narciso ricorre ad azioni violente, prevaricatrici per trovare una via d’uscita.

Il saggio di Gustavo Pietropolli Charmet continua, come molti sui testi, a parlarci degli adolescenti, ma perché soffermarsi così tanto su questo tipo di produzione editoriale? Stiamo parlando di Letteratura contemporanea per giovani adulti, cosa può significare leggere in profondità dissertazioni sulle caratteristiche psicologiche e sociali degli adolescenti e non sugli elementi testuali e linguistici? Quali benefici ne può trarre la professione bibliotecaria?

Vorrei unire queste domande ad un aspetto specifico del mestiere di chi lavora con i libri: come si arriva a definire la qualità di una narrazione? Quali sono gli elementi qualitativi di un testo che lo fanno diventare “un buon libro”? Quali sono i percorsi di pensiero che i bibliotecari attuano per mettere in primo piano una narrazione rispetto ad un’altra, definendola “di qualità”?

Forse uno di questi ingredienti presenti nella valutazione qualitativa di un libro è anche il suo essere tangente al vero “essere” del pubblico di riferimento. Forse la qualità si evince se la storia narrata rispecchia i bisogni, le domande, le ricerche sui quali i giovani adolescenti di oggi si interrogano. Allora, forse, conoscere più in profondità la loro dimensione psicologica e sociale diventa un aspetto formante la capacità, in Letteratura, di discernere valore o la sua eventuale assenza. Che ne pensate?

redazione

19/11/2020