Chiuso per ferie

Un albo senza parole molto rumoroso

Questa volta le sei vetrine del Passaggio davanti alla Biblioteca della Provincia sono andate “fuori di sé”. Sedici illustrazioni invadono anche le pareti vicine creando una lunga galleria visiva che immerge i passanti in un’atmosfera magica.

Le immagini sono dell’illustratrice Maja Celija e fanno parte di Chiuso per ferie, un albo senza parole edito per Topipittori nel 2006.

È il 2006 quando la casa editrice milanese decide di dare alle stampe questo libro senza parole: l’editoria italiana aveva già prodotto diversi capolavori in questo sofisticato settore, ma il pubblico appariva ancora particolarmente perplesso. Gli albi con una narrazione esclusivamente visiva, sembravano intimorire il lettore adulto che avrebbe dovuto mettersi in gioco, promuovere le proprie capacità affabulatorie per condividere la storia con i più piccoli. Così, all’inizio di Chiuso per ferie, Topipittori hanno inserito una nota che, riletta oggi nel 2020, rileva ancora tutta la sua profondità e necessità:

Confidando nell’acume dei suoi piccoli lettori, l’autore non ha ritenuto necessario tradurre in parole questa storia, affidata al solo potere delle immagini. Nel caso i genitori dei lettori incontrino difficoltà di comprensione suggerisce senz’altro ai bambini di raccontare loro, pagina per pagina, i fatti straordinari che vi accadono”.

Tutto è affidato al bambino: lettore visivo e cantastorie per i suoi genitori.

E tutto è affidato ad un bambino anche nella storia “Chiuso per ferie”: è lui che nella prima scena si interroga se ha con sé tutto il necessario per partire, è lui che alla fine scopre che aveva lasciato a casa uno dei suoi giochi, forse il più divertente. Ma tra il bambino pensieroso dell’inizio e quello stupito dal rientro dalle vacanze, c’è una galleria di personaggi d’altri tempi. Un’intera famiglia, dai nonni ai figli ai nipoti, che si animano proprio quando in casa non c’è più nessuno. L’espediente? Dei portafotografie che ornano una credenza, nell’atrio della casa, e che contengono i ritratti in bianco e nero, dei probabili parenti dei vacanzieri. Da qui, il gioco del libro si anima con scene che facciata dopo facciata conducono in un mondo magico, nel quale gli oggetti quotidiani si trasformano a modi ready made di duchampiana memoria. Tutto è sovvertito, ogni cosa e persona prende vita in maniera straniante e inaspettata così che i lettori vengono trasportati in una “realtà irreale” mai così tanto sincera e tangente con la nostra voglia di “stare fuori di sè”.

redazione
parte di: Chiuso per ferie

13/08/2020