RADICI NEGATE

Neglected Roots

Radici negate. Il senso delle foreste racchiude due progetti fotografici di Laura Frasca: il Canada - Ontario e il Borneo Indonesiano – Kalimantan; rispettivamente The Promised Land, in prima assoluta, e Neglected Roots, di cui vogliamo raccontarvi alcuni dettagli.

Neglected Roots affronta la scomparsa, sempre più rapida e incessante, della foresta del Borneo Indonesiano. Questo evento sta passando quasi in sordina e al posto di chiudere gli occhi, negando le stesse “radici” che regalano sostentamento ed ossigeno all’umanità, Laura Frasca apre l’obiettivo della sua macchina fotografica e imprime memorie visive digitali.

Cosa comporta nell’immediato la scomparsa della foresta? In primis l’estinzione di flora e fauna endemici, come i grandi primati, gli oranghi - Pongo - e le nasica - Nasalis larvatus -, che sono i primi ad esserne colpiti. Nel 758 Carlo Linneo riconobbe ufficialmente lo stretto rapporto di parentela tra uomini, scimmie e antropomorfe, racchiudendoli in un ordine cui diede il nome di Primati in omaggio al loro rango elevato nel regno animale. L’uomo e le tre grandi scimmie – orango, scimpanzé e gorilla – sono gli unici primati senza coda e, come la maggior parte dei loro cugini, hanno mani e piedi con cinque dita, delle quali il primo opponibile. Le fotografie di Laura Frasca si soffermano sugli oranghi, sui gibboni, sul loro modo di guardarci, sui loro atteggiamenti, sul loro starsi vicino: tutti sguardi e comportamenti che ricordano da dove veniamo.

La scelta del bianco e nero suggerisce luci e ombre che attraversano il nostro abitare il pianeta. In molti casi, è necessario soffermarsi a lungo sulle immagini perché gli esseri viventi sono colti in un tutt’uno con l’ambiente naturale tanto da scorgerli solo dopo un’osservazione prolungata. È necessario abituare l’occhio a discriminare le gradazioni, a ravvisare le differenze di tono e di punti di vista. È necessario entrare non solo con la vista ma soprattutto con la mente nella foresta che se è naturale metaforicamente si trasforma in dimensione esistenziale degli esseri viventi. La natura è colta nel suo scorrere, nel suo farsi quotidiano e irreversibile. L’acqua ne è elemento fondante, protagonista assoluta, e quando non è presente la terra brucia, porta i segni del passaggio dell’uomo e delle sue scelte.

Anche le popolazioni che vivono in questi particolari habitat: i Dayak, conosciuti in occidente come i “tagliatori di teste”, deputati da sempre al compito di proteggere la foresta, si stanno sempre più omologando alla globalizzazione ed arrendendosi alle multinazionali e quindi irrimediabilmente alla perdita della foresta. Neglected Roots racconta in immagini il tema della deforestazione per sensibilizzare le persone e contemporaneamente intende anche aiutare il Tanjung Puting National Park ad essere conosciuto e supportato. Un parco protetto che per volere di Birutè Galdikas, famosa primatologa, protegge gli oranghi dall’estinzione, attraverso la Orangutan Foundation. Inoltre con questo.

Nel progetto fotografico Neglected Roots

Questa prima presentazione del progetto Neglected Roots vogliamo associarla ad un libro che in ogni pagina interroga il lettore con domande semplici, ma così articolate e complesse nelle risposte che è difficile non scrivere un poema per soddisfare la coscienza.

Cosa diventeremo? Riflessioni intorno alla natura di Antje Damm per Orecchio acerbo propone doppie facciate che lavorano per contrasto, non solo di tecnica, quello è il minimo, ma per presupposti di pensiero, riflessioni appunto che il lettore è condotto a costruire, a intrecciare, a generare.

Anche gli esseri umani sono animali? La natura è dappertutto? La natura ha la stessa importanza per tutte le persone? I sassi si ricordano la propria storia? Le piante hanno diritti? Possiamo cogliere, mangiare, coltivare, avvelenare o distruggere la pianta? Gli animali possono fidarsi di noi?

Ecco alcune delle domande che l’autrice pone al lettore e lo fa aggiungendo immagini, che siano fotografie o illustrazioni, che spiazzano: chi legge questo libro intrecciando visivo e testuale si troverà ben presto in un territorio di confine, tra ciò che credeva prima e quello che, nell’istante della lettura, si insinua nelle fessure dello spirito, della coscienza, del pensiero. Le certezze si annullano e si scopre la pelle viva del nostro vivere su una Terra che non è nostra.

Un libro che va letto, riletto, abbandonato e ripreso: un testo visuale che crea crepe, disorienta, origina domande lasciando traccia della sua presenza.

Un libro per tutti, senza età, senza tempo.

Un libro che trova un suo spazio sul comodino per continuare a guardarlo, per averlo sempre vicino quando si è incerti del sentiero da intraprendere.

Un libro che Orecchio acerbo, come spesso accade, ha pubblicato con silenzioso annuncio ma di cui la comunità di lettori si è ben accorta!

redazione
parte di: RADICI NEGATE

12/05/2021